Scudocrociato, l’ultima metamorfosi. In un Paese in cui i partiti non si sciolgono mai, ieri alla Camera si è svolta una singolare cerimonia, alle 15, nella sala della Regina: si è sciolto un partito per confluire in una fondazione culturale, e quel partito è il Cdu, proprio l’erede diretto del partito più antico della Repubblica, la Democrazia Cristiana. Della Dc, il Cdu vantava il simbolo, quello scudocrociato vittorioso in ben dodici elezioni politiche consecutive dal 1946 al 1992: ora quel simbolo appartiene alla Fondazione culturale di Avellino intitolata a Fiorentino Sullo.
Il Cdu nacque nel 1995 proprio dalla contesa sul simbolo tra Buttiglione e Bianco, segretari entrambi del Partito Popolare spaccato in due mezze mele di fronte all’alleanza con il centrodestra di Silvio Berlusconi. Buttiglione propose l’alleanza, la sinistra interna la ostacolò ed elesse segretario l’on. Gerardo Bianco. Le due fazioni si fronteggiarono per settimane, piazza del Gesù fu prima occupata e poi divisa in due veri e propri accampamenti dei due gruppi. Intervennero le gerarchie ecclesiastiche e persino Helmut Kohl, mitico cancelliere dell’unificazione tedesca.
E alla fine un’intesa si trovò: a Bianco andò il nome del Ppi, a Buttiglione lo scudo crociato. Forse per gratitudine verso Kohl, fu Gianfranco Rotondi, giovane direttore del ‘Popolo’, a proporre di chiamare il nuovo partito Cdu. Buttiglione assentì compiaciuto, del resto era amico personale di Helmut e notoriamente prendeva gli appunti in tedesco con rabbia dei colleghi democristiani poco ferrati nelle lingue. Il Cdu ebbe vita tormentata, fu attraversato dalle rocambolesche vicende postdemocristiane della Seconda Repubblica: diede vita all’Udr di Cossiga, che lo portò quasi al governo con D’Alema, tranne un ultimo veto proprio su Buttiglione al ministero della Istruzione, dove il professore prometteva di realizzare la parità scolastica.
Poi il Cdu tornó con Berlusconi, Buttiglione fu più volte ministro e fu anche designato Commissario Europeo. Nel frattempo era nata l’Udc, praticamente lo stesso partito a sigla rovesciata. Il piccolo Cdu si spaccò ancora quando Follini e Casini ruppero con Berlusconi: Buttiglione e Tassone scelsero Casini, Rotondi rimase con Berlusconi e fondò la Dc per le autonomie, divenendo anche ministro nel 2008.