Quante volte abbiamo visto, tutti nessuno escluso, un cartone animato firmato Hanna-Barbera? Da Tom & Jerry fino al celeberrimo, per chi è negli anta, Braccobaldo Show dove c'erano anche, tra gli altri Bubu e l'Orso Yoghy. Poi Pixie, Dixie e Mr. Jinks. Sono solo alcuni dei nomi che hanno fatto felici milioni di bambini, di qua e al di là di tutti gli Oceani.

Ma quello che in molti non hanno mai preso in considerazione è che Joseph Barbera era nato nella Little Italy di Manhattan, Vincent Barbera era il padre, di origini italiane e Francesca Calvacca la madre, nata a Sciacca, in provincia di Agrigento. Joseph Barbera crebbe parlando la lingua italiana. Ecco che allora il padre, assieme a William Hanna, di alcuni dei cartoons più celebri di sempre, ci sono The Flintstones fino a Scooby-Doo , vincitore di sette Academy Awards e otto Emmy Awards, era italo-americano. E non è stato il solo.

Si parla, quando si va a rivedere la storia degli Stati Uniti, del grande impulso che gli italiani poi diventati italo-americani, hanno dato alla società a stelle e strisce. In tutti i campi. E se questo, quello dei cartoons, finora non era stato messo in rilievo abbastanza, ci pensa adesso l'Italian American Museum of Los Angeles (IAMLA) con una mostra unica: 'Fantasy World'. Un mondo di fantasia che, inaugurato il 2 giugno scorso, andrà avanti fino al 26 gennaio dell'anno prossimo. Infatti la gente, tutti coloro che hanno guardato e continuano a guardare i cartoons, raramente pensano alla etnia di coloro che i personaggi li inventano. Ci pensa questa rassegna che vuole celebrare i successi di alcuni grandi disegnatori a cominciare appunto da Joseph Barbera. Ma la mostra angelina non si ferma soltanto al nome più celebre, infatti, andando indietro nel tempo, 'Fantasy World' ci parla anche di Bianca Majole, la prima artista donna della Disney, Grace Godino, che nel nel 1938 lavorò in uno dei film più celebri del mondo animato 'Biancaneve e i sette nani' fino ad Adriana Caselotti che di Biancaneve nel film di Walt Disney era la voce. Tutte storie autenticamente italiane.

Ma questa rassegna così particolare e unica, si sofferma anche sul mondo dei fumetti: solo un paio di esempi che portano il nome di Carmine Infantino, co-creatore della seconda versione di Flash oppure John Romita Sr. che con Stan Lee ha lavorato in Spider-Man. La mostra del museo italo-americano traccia un po' quella che si può definire come la 'nostra storia' in uno dei campi più particolari, che hanno fan sia tra i piccoli che i grandi, quello dei cartoons e dei fumetti: così ci sono in mostra artefatti, rare pubblicazioni originali e sceneggiature di tutte le epoche. Marianna Gatto, direttrice esecutiva del IAMLA, ha raccontato che è rimasta completamente sorpresa dal numero di italo-americani che nei decenni si sono distinti nel mondo della animazione.

Le sale dello IAMLA

"Durante le ricerche che abbiamo effettuato - ha spiegato - abbiamo scoperto che tantissimi immigrati italiani hanno fatto parte della storia iniziale di questi studios. Essere riusciti a fare luce su come questi italiani abbiamo avuto un impatto su questo genere di industria è davvero una storia da raccontare e ci fornisce anche la maniera di capire e conoscere i tanti talenti italiani, italo-americani che hanno contribuito in maniera profonda a far sì che Hollywood sia quello che vediamo oggi".

E attraversando le sale del museo, si possono percorrere gli oltre cento anni di esistenza di questa florida industria, attraverso le vite, le ispirazioni e il grande contributo che nel tempo gli italo-americani hanno offerto. Si tratta di un viaggio che coinvolge disegnatori, artisti, scrittori, registi, attori che hanno fornito la loro voce, musicisti e produttori che, tutti assieme, hanno creato indimenticabili personaggi, cartoons esilaranti, colonne sonore e storie senza tempo. Una mostra assolutamente da vedere, offerta dall'Italian American Museum of Los Angeles che con questa iniziativa, continua in quella che è la propria missione: promuovere una maggior comprensione del variegato patrimonio della California meridionale del quale fanno parte gli italiani e gli italo-americani. Attraverso ricerche, la conservazione storica, i programmi educativi, e appunto le mostre come 'Fantasy World', si vuole esaminare, in maniera profonda, il continuo contributo offerto dagli italo-americani nella multietnica Los Angeles e più in generale in tutti gli States.

Senza dimenticare che IAMLA (che si può leggere anche 'I am Los Angeles', io sono LA) è un ente no-profit che dipende dalle donazioni per offrire anche esposizioni uniche come l'ultima che è stata presentata.

di ROBERTO ZANNI