Nulla è per certi versi più divertente del comportamento dei Cinque Stelle, perché sembrano come dei bambini alle prese con un giocattolo troppo complicato perché possano usarlo convenientemente. Come se insomma un bambino di cinque anni si trovasse fra le mani un modello assai complesso di aeroplano da costruire con le proprie mani e senza l’aiuto dei genitori. Detto fuor di metafora, i Cinque Stelle si sono fatti eleggere in Parlamento e non sanno cosa sia il Parlamento; indicono referendum uno dopo l’altro e non hanno idea di cosa sia un referendum; fanno le leggi, senza capire fino in fondo cosa una legge sia; brandiscono la democrazia come uno strumento di battaglia, ma non saprebbero neppure definirla. Insomma, un vero divertimento, se non ci fosse in gioco il destino dell’Italia.
L’ultima trovata è di pochi giorni fa. I pentastellati hanno mobilitato la base dei simpatizzanti attraverso un referendum destinato a stabilire se il Movimento – cioè il loro partito – dovrà presentarsi alle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna. Pare abbiano votato circa 27mila persone vale a dire – sui circa dieci milioni di voti ottenuti alle Politiche dell’anno scorso – lo 0,27 per cento del totale: una cifra del tutto irrisoria, evanescente, priva di significato politico. Di questi, la maggioranza – circa 14mila persone – ha votato a favore della presentazione di liste autonome del partito, senza legami col Partito Democratico: siamo quindi al 60 per cento dello 0,27 per cento del totale. Come a dire: nessuno. Sarebbe come se ad una riunione di condominio indetta per cento comproprietari in parti uguali, se ne presentasse uno soltanto (in realtà sarebbe assai meno di uno, ma lascio perdere per semplificare) e questo signore pretendesse di deliberare per tutti gli altri assenti con forza vincolante: una vera follia!
Ma la follia peggiore è che gli altri gli danno ragione in questa assurda pretesa. Infatti, i capi del partito – sia pure di malavoglia – sono vincolati a questo esito definitivo: debbono presentare in Emilia-Romagna liste autonome alle Regionali. Lo spettacolo è grottesco: da un lato il "nessuno" dei voti referendari, dall’altro il "nessuno" dei capi del partito. Questi non decidono nulla e quelli non votano nulla: un finto e surreale dialogo fra ciechi e sordi in cui nessuno fa ciò che dovrebbe fare, perché nessuno ci capisce nulla. Detto per inciso: di quei votanti, solo un terzo probabilmente risiede in quella regione. Gli altri non ne sanno assolutamente nulla, meno di zero. Cosa volete che un abitante di Pizzo Calabro conosca delle reali problematiche di Forlì o di Rimini? Eppure, vota e si ubbidisce al suo voto. Una vera commedia: ma degli orrori. Bisogna allora che al più presto si tolga dalle mani di questi bambini il giocattolo complicato che non sanno usare: che si tolga l’Italia.
VINCENZO VITALE