Ci sono tanti modi per festeggiare un compleanno, ma quando lo si fa mettendo in primo piano i diritti umani, le relazioni, i rapporti allora non c'è pericolo di sbagliare: la strada è quella giusta. Mille di questi giorni Inas-CISL, perchè i 70 anni in Italia e i 34 in Uruguay, non c'è dubbio che proseguendo in questa direzione potranno soltanto moltiplicarsi continuando a offrire ai nostri connazionali, in ogni parte del mondo, non solo servizi fondamentali, ma anche quel sostegno, umano, di cui tutti noi, nessuno escluso, ha bisogno.
Giovedì sera la Casa degli Italiani a Montevideo ha pulsato forte, dall'inizio alla fine. Posti a sedere esauriti, giovani, meno giovani, anziani in platea per l'happy birthday all'Inas, che fa capo al sindacato CISL e che solo in Uruguay su 100 cittadini che si rivolgono a un patronato ne accoglie ben 61. Un appuntamento importante al quale non hanno voluto mancare la dott.ssa Antonella Vallati, capo cancelleria dell'Ambasciata d'Italia a Montevideo, il dottor Renato Poma dell'Istituto di Cultura, il presidente del Comites Alessandro Maggi, quindi Renato Palermo, consigliere CGIE Uruguay, Fernanda Aguirre segretaria esecutiva del PIT-CNT e Raul Olivera coordinatore del Observatorio Luz Ibarburu.
Sul palco Filomena Narducci, co-fondatrice e cuore pulsante dell'Inas Uruguay, che nelle vesti di padrona di casa ha presentato gli ospiti: il presidente nazionale Inas Gianluigi Petteni, il vice segretario Antonio Graniero, il responsabile del settore estero, oltre che membro del Comitato di Presidenza del CGIE, Gianluca Lodetti. Con loro una presenza importantissima, quella di Annamaria Furlan, la 'capitana', come l'ha definita Petteni, la segretaria generale, l'anima della CISL, lottatrice instancabile per i diritti dei lavoratori, dei pensionati e delle fasce più deboli, un'altra esponente femminile, a ribadire l'impegno, la forza e la capacità delle donne anche in questo settore, come dimostrato da Filomena Narducci coordinatrice Inas in Uruguay e Micaela Bracco, che occupa lo stesso ruolo in Argentina.
"Oggi - ha sottolineato la Narducci - sono iscritti all'anagrafe consolare circa 125.000 cittadini, a fronte dei quali c'è però un organico ministeriale insufficiente, chi termina la propria missione non viene sostituito, quindi il sistema prenotazione online al quale non tutti possono accedere, poi l'INPS che non risponde ai pensionati e nemmeno ai patronati all'estero, ma in questi 34 anni dalla nostra sede sono passate circa 200.000 persone, oltre 45.000 sono state aiutate a ottenere la cittadinanza, più di 3.000 le pensioni inoltrate e 16.000 dichiarazioni dei redditi, cifre che da sole danno la dimensione del servizio offerto ai connazionali e ai loro discendenti e l'importanza dello stesso, perché senza i patronati, la situazione in Uruguay sarebbe molto più grave di quello che è adesso. Ora però siamo anche alla vigilia dell'approvazione della Finanziaria che penalizzerà ulteriormente i cittadini italiani all'estero con il raddoppio della percezione per la cittadinanza da 300 a 600 euro: si tratta di un diritto che dovrebbe essere solo esercitato, non pagato e tutto ciò creerà una nuova discriminazione, a vantaggio dei più ricchi".
Una introduzione perentoria, toni sui quali poi sono proseguita anche le parole degli ospiti arrivati dall'Italia i quali hanno voluto sottolineare l'importanza del rapporto con i cittadini, che prosegue nel tempo e che, come ha sottolineato Petteni, non sono dettati dal PIN. "Ci sono persone che aiutano gli altri - così il presidente dell'Inas ha raccontato il lavoro che quotidianamente viene svolto all'interno dei loro patronati - persone straordinarie, ricche di valori e capacità. E in questa occasione vorrei ricordare un presidente che non c'è più, Benito Pillitteri, per la sua visione, ha sempre guardato avanti e se sussidiarietà, prossimità e competenza sono le tre parole che hanno accompagnato la nostra storia, possiamo anche dire che i numeri, ci confermano, che oggi c'è ancora bisogno di qualcuno che ci accompagni nel mondo del lavoro, nel sociale. Fino a poco tempo fa abbiamo avuto in Italia, nell'istituto più importante, l'INPS, un interlocutore che ha creduto che non si potesse avere un futuro senza un PIN, che il cittadino potesse fare tutto da solo: è stato sconfitto, perchè gli ultimi dati ci dicono che oltre il 90% delle persone si rivolgono ai patronati e questo accade con il livello di istruzione che si alza ogni giorno di più".
Ma Inas e CISL la loro festa di compleanno, l'hanno voluta dedicare in modo particolare a chi ha sofferto ieri e oggi. "Lavoro, dignità - ha aggiunto il segretario CISL Annamaria Furlan - sono il punto fondamentale. E non ci si può dimenticare che l'Italia è stato sempre un Paese di emigranti, quanti sono i connazionali che hanno avuto un parente, un amico, che ha deciso di cercarsi una nuova vita al di là del mare, per abbandonare una dittatura, una guerra, la fame? Oggi noi non possiamo alzare dei muri su quegli stessi mari". E proprio da quelle immagini è arrivato il momento più significativo della serata alla Casa degli Italiani: dalle parole di Narducci, Petteni e Forlan, alla presenza in sala dei rappresentanti del 'Observatorio Luz Ibarburu' che ha un database comprendente tutte le denunce, dal 1981 a oggi, delle gravissime violazioni dei diritti umani commesse nel passato in Uruguay nell'ambito del terrorismo di stato.
Madri, familiari di detenuti e desaparecidos con la presenza di Maria Bellizzi, 95 anni, e Marta Gatti, madre e moglie rispettivamente, di Andres Humberto Bellizzi e Gerardo Gatti, sindacalista, scomparsi nel 1976 e 1978. E la consegna di un riconoscimento a chi ha visto i propri cari sparire nel nulla è stata anche l'occasione per ricordare il recente processo Condor, che si è svolto in Italia e che ha portato alla condanna all'ergastolo, di 24 militari sudamericani per il sequestro e l'omicidio di 43 persone, tra le quali 23 di origine italiana. Un momento commovente, perché per continuare a combattere le atrocità, le barbarie commesse dagli esseri umani, serve la memoria, sempre.
Roberto Zanni