Slitta la richiesta di referendum per il taglio dei parlamentari. Non è stato possibile il deposito in Cassazione del quesito referendario perché al momento non ci sono più tutte le 64 firme (un quinto dei senatori) necessarie a indire il referendum costituzionale.
Andrea Cangini, di Forza Italia, assicura che sarà preso un nuovo appuntamento entro il 12 gennaio, termine ultimo per il deposito in Cancelleria, precisando che “in 4 hanno ritirato le firme”. Si tratterebbe di quattro senatori di Forza Italia, dell’area vicina a Mara Carfagna, guidati da Massimo Mallegni.
I promotori della raccolta, a quanto si apprende, stavano chiudendo il verbale, quando Mallegni ha bloccato l’operazione, dando vita ad una discussione. Il verbale è stato quindi bloccato, così come la consegna. Secondo quanto riferito dall’Ansa, anche tra i senatori del Pd che hanno firmato è in corso una riflessione, dopo l’intesa con M5s sulla legge elettorale. Le firme devono essere raccolte e verbalizzate entro domenica 12 e possono essere consegnate in Cassazione anche il 13.
“Ma altri si stanno aggiungendo per cui per correttezza abbiamo chiesto alla Cassazione uno slittamento”, ha assicurato Cangini.
Se si tornasse a quota 64, dal momento del deposito delle firme, la Cassazione avrà 30 giorni di tempo per decidere sulla legittimità della richiesta. Se le firme sono regolari la Cassazione “comunica immediatamente” l’ammissione del referendum “al Presidente della Repubblica, ai Presidenti delle Camere, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Corte costituzionale”.
Entro i successivi 60 giorni “il referendum è indetto con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri”. “La data del referendum è fissata in una domenica compresa tra il 50° e il 70° giorno successivo all’emanazione del decreto di indizione”.
Ogni fase ha tempi elastici, quindi a seconda della conclusione di ciascuna fase (a cominciare dalla data di deposito delle firme dei 64 senatori in Cassazione), i tempi di celebrazione del referendum varieranno tra fine aprile e giugno.
Una speranza per chi punta su elezioni anticipate. Se, infatti, il governo cadesse nei prossimi mesi, nel periodo in cui saranno in corso le procedure per il referendum, si tornerà alle urne per eleggere l’attuale numero di quasi mille parlamentari, non ridotto del 30 per cento come previsto dalla legge.