L’aglio
Appartenente alla famiglia delle Liliacee, proprio la stessa dell’elegantissimo giglio, l’Aglio veniva chiamato “rosa puzzolente” dai Greci, a causa del suo forte odore, responsabile del divieto assoluto di ingresso ai templi della dea Cibèle.
Questa pianta erbacea, proveniente dai deserti e dalle steppe dell’Asia Centrale, ha da millenni molti estimatori, ma anche molti denigratori.
Conosciuto fin dall’antichità, trovò ampia e rapida diffusione nel bacino del Mediterraneo. Le lodi di questa pianta, che rappresenta allo stesso tempo condimento, alimento e medicina, sono state cantate praticamente da tutti i popoli; le sue reali virtù furono verificate da Ebrei, Egiziani, Romani, Greci ed Arabi, e dai medici del Rinascimento.
L’Aglio era considerato dagli antichi una vera e propria panacea, ma erano soprattutto due le qualità che gli si attribuivano: innanzitutto quella di vigoroso ricostituente (veniva infatti distribuito agli operai impegnati nella costruzione delle piramidi di Gizah), ma anche di efficace difesa contro la peste.
Nella Bibbia si legge che Booz, secondo marito di Ruth, ne dava ai suoi mietitori per renderli forti contro le malattie ed allo stesso tempo più efficienti nel lavoro.
I Greci, Aristofane in testa, non risparmiarono i complimenti sulle tante virtù dell’Aglio, vere per la maggior parte, ma a volte anche totalmente illusorie.
Gli Arabi lo ritenevano un efficace antidoto contro i morsi di vipera, le punture degli scorpioni e la rabbia.
La Scuola Salernitana ne riconobbe anche le proprietà antisettiche. Così finì che l’Aglio, proprio come accadeva molti secoli prima, venne considerato anche dai più moderni come una panacea; infatti l’alchimista e medico svizzero Philipp Theophrast Von Hohenheim, meglio conosciuto con il nome di Paracelso, e Ambroise Paré, chirurgo francese, lo raccomandarono in pieno Rinascimento quale prevenzione contro la peste nera.
Un’annotazione curiosa: quando nacque Enrico IV il nonno gli strofinò le labbra con uno spicchio d’Aglio, per dargli vigore e forza e difenderlo dalle malattie.
Dopo tante lodi su questo utilissimo bulbo, un autorevole e curioso parere contrario, rivelato da un aneddoto storico: si tratta del vero e proprio odio nutrito da Orazio per l’Aglio; odio pienamente giustificato, considerata la ragione che lo aveva scatenato.
Un certo Mecene, amico poco sincero del poeta, geloso dell’amore di Orazio per Lidia, trovò proprio nell’Aglio un “odoroso” buon motivo per allontanare la donna: invitò Orazio ad un banchetto e fece servire pietanze a base di Aglio, che Lidia detestava. Alla fine del pranzo Orazio corse dall’amata, ma non appena le fu vicino lei, indignata, lo respinse e non volle vederlo mai più...
Ed ora una ricetta ottima per gli ipertesi: si tratta di un liquore straordinariamente tonificante, che al tempo stesso contribuisce alla diminuzione della pressione arteriosa.
Il liquore si prepara facendo macerare qualche spicchio d’aglio nella grappa per una settimana (otto spicchi in mezzo litro), agitando la bottiglia ogni mattina; quindi si filtra in un colino e se ne beve un cucchiaino da tè ogni sera, facendolo seguire da una bibita calda.
L’aglio oggigiorno è considerato un punto di riferimento non solo in cucina, come condimento, ma anche per finalità terapeutiche date le proprietà congiuntamente attribuitegli dalla scienza e dalle tradizioni popolari.
Certamente si tratta di un ottimo alleato della salute durante il periodo invernale, quando le infezioni delle vie aeree si fanno più frequenti; questo perché tra le sue proprietà spiccano quelle antibiotiche e antisettiche.
Oltre a ciò si sa da tempo che l’aglio ha un potere detossinante e agisce da chelante, cioè si lega ai metalli che si depositano nel fegato e nei reni e ne favorisce così l’eliminazione. Inoltre gli vengono riconosciute proprietà benefiche per il cuore e per tutto l’apparato cardiocircolatorio, dato che regola la pressione del sangue, contrasta l’ipertensione, il diabete e il colesterolo alto.
A tutto ciò si va ora ad aggiungere quanto scoperto da uno studio pubblicato su Molecules e promosso da Eric Block (professore di chimica all’Università di Albany) in collaborazione con Shaker A. Mousa (vicepresidente per la ricerca presso l’Università di Farmacia e Scienze della Salute di Albany).
Secondo i ricercatori, abbinando l’aglio al fluoro si possono ridurre i tumori causati da nitrosamine, una sostanza che si forma nell’intestino allorché si consumano troppi alimenti conservati, specialmente i tumori del colon. A questo risultato i ricercatori sono giunti tramite alcuni esperimenti sulle uova di gallina: scoprendo che unendo aglio e fluoro si crea una sorta di scudo in grado di ostacolare la formazione dei vasi sanguigni nel tumore, questo accade scambiando gli atomi di idrogeno con quelli di fluoro negli estratti di aglio.
Il fluoro è già stato usato in passato per la composizione di alcuni farmaci come gli inibitori di pompa protonica che, se legati ai componenti dell’aglio (garlicina, allina, bisolfuro di allile, potassio, magnesio, calcio, provitamina A, folati, vitamine B1 e B2 e vitamina PP), danno vita a composti modificati con un’attività biologica nettamente superiore e quindi degni di essere approfonditi per creare nuove cure contro il ‘male del secolo’, oltre ad altre malattie come la trombosi e il colesterolo.
E contro l'infiammazione dell'orecchio.....
Sapete perché molte persone si infilano uno spicchio d’aglio nell’orecchio? Non è una strana moda o un misterioso rito woo-doo, bensì un rimedio naturale contro le infezioni auricolari. L’aglio è infatti noto per le sue qualità antibiotiche, antiparassitarie, antibatteriche e antiossidanti. Ecco perché può rivelarsi un valido aiuto per ridurre il dolore e il gonfiore dovuti all’infiammazione dell’orecchio.
Merito dell’allicina, contenuta nell’aglio grezzo, che è un efficace principio attivo dalle proprietà antimicrobiche. E’ spesso usato anche per trattare il dolore dell’orecchio medio. Contiene potenti composti aromatici con proprietà antisettiche e antinfiammatorie, che vengono facilmente assorbiti dai tessuti interni della pelle e del timpano dell’orecchio.
Col freddo invernale spesso cadiamo vittime dei classici malanni stagionali: influenza, allergie, batteri. E la cavità auricolare può trasformarsi in un ricettacolo di batteri e infezioni. Ecco allora come porvi rimedio senza per forza ricorrere all’uso di farmaci.
1) Prendere degli spicchi d’aglio fresco e schiacciali. Avvolgi questi spicchi d’aglio in un piccolo panno. Metti il panno avvolto nell’orecchio e lascia riposare per 30-35 minuti. Poi rimuovere il panno: il sollievo dal dolore dovrebbe essere già efficace.2) Prendere qualche spicchio d’aglio e schiaccialo. Metti l’aglio in un panno e tampona per versarne il liquido nell’orecchio. Questo succo aiuta a trattare l’infezione e il dolore.
3) Per i più temerari si può anche friggere con un un cucchiaino di olio di senape o olio di sesamo. Scaldare l’olio aggiungendo 2-4 spicchi d’aglio per qualche minuto, fin quando l’olio diventa tiepido e nero. Lascia l’olio a riposare per qualche minuto e applica questo olio intorno al tuo orecchio. Attenzione a non ustionarvi: potete anche versare poche gocce all’interno dell’orecchio.
4) Prendere 3-5 spicchi d’aglio e lessarli in acqua per 5-7 minuti. Una volta tolti dal fuoco con l’aggiunta di un pò di sale. Mescolarli e avvolgerli in un panno da appoggiare per pochi minuti sulla zona infetta. Ripetere l’operazione più volte se necessario.
5) Prendere uno spicchio d’aglio, tagliarne le estremità e sbuccialo. Lasciarlo bollire per alcuni minuti e poi posizionarlo sull’orecchio. In alternativa si può anche usare uno spicchio d’aglio crudo. Coprilo con un batuffolo e lascialo lì per 1-2 giorni. Tirarlo fuori e ripetere l’operazione se necessario.
6) Prendere mezzo aglio, qualche goccia di olio di iperico e olio di verbasco. Aggiungere 3 gocce di estratto di semi di pompelmo e mescola. Applicare il composto all’orecchio interessato utilizzando un contagocce. Lasciare agire e ripeti l’operazione due volte al giorno.
7) Prendere uno spicchio intero di aglio e sbucciarlo, tagliarne le estremità e avvolgerlo in una garza. Inserirlo nell’orecchio infetto con l’estremità aperta rivolta verso l’esterno. Ruotare la garza in modo da avere una piccola quantità alla fine dello spicchio d’aglio, così da poterlo facilmente rimuovere con indice e pollice. Poi mettere sopra l’orecchio un sacchetto di riso caldo avvolto in un panno sopra l’orecchio. Fate attenzione a non spingere lo spicchio d’aglio in profondità nel condotto uditivo.
I metodi sono diversi, ma se non vi fidate di strani intrugli basta pulire uno spicchio l’aglio e infilarlo nel condotto uditivo, facendo attenzione a non spingerlo in profondità. Poi dormiteci su e sperate che funzioni.
L'aglio bianco, rosa e rosso....
L’aglio bianco è quello più comune e maggiormente coltivato in Italia, lo si può infatti trovare un po’ ovunque. Sono bulbi dal sapore deciso che possono essere seminati sia in autunno che a gennaio-febbraio, quando il terreno lo permetterà. Ma anche all’interno della ‘categoria’ aglio bianco, esistono diverse varietà.
- Aglio ‘Piacentino’: ha il bulbo rivestito di tuniche bianco-argentate, è molto produttivo e si conserva a lungo. In genere si semina a settembre e novembre e si raccoglie a giugno-luglio. Dall’Aglio Piacentino è stato selezionato l’aglio Serena, esente da virosi, più tardivo e di buona pezzatura.
- Bianco ‘Polesano’: bianco brillante ha forma regolare e compatta e si coltivava già nell’800. Si presta anch’esso, come tutti gli agli bianchi, ad ad essere conservato molto a lungo.
- Bianco ‘Napoletano’: con striature rosate è molto ricco di oli essenziali, si raccoglie il 13 giugno (Sant’Antonio) e si fa seccare fino al 24 giugno (San Giovanni).
L’aglio rosa ha un sapore più delicato, si semina solitamente più tardi e ha una conservabilità, seppure buona, talvolta minore a quella dell’aglio bianco
- Aglio ‘Rosa Primaticcio’: si presta a essere consumato fresco e per questo poco conservabile. E’ di buona pezzatura e tuniche rosa chiaro. Si semina a febbraio-marzo e si raccoglie a luglio quando le foglie sono ancora verdi. Molto simile al Rosa Primaticcio è il Rosa Napoletano e il Rosa di Agrigento, coltivati soprattutto al Sud Italia.
- Aglio di Vessalico: viene coltivato in Liguria sui tipici terrazzamenti. Ha un aroma intenso, è digeribile e ben conservabile. Ha tuniche esterne bianco-rosato, o rosso-viola appena colto, e bulbilli bianchi. La semina si effettua tra ottobre e gennaio e la raccolta avviene verso la fine di giugno.
- Aglio Rosa di Lautrec: come tutte i prodotti francesi è molto conosciuto e rinomato, ma non si tratta solo di ‘vana gloria’: l’aglio Rosa di Lautrec ha qualità gustative indiscutibili: aroma dolce e delicato, si adatta bene a quasi tutti i piatti e si presta anche ad essere mangiato a crudo. Se conservato in luogo fresco e arieggiato e a temperature intorno ai 12/13° può arrivare anche al raccolto successivo. Molto produttivo, i suoi bulbilli sono ricoperti da un involucro rosa. Periodo di semina dicembre/gennaio (ma comunque aspettiamo che il terreno sia agibile).
Ma non abbiamo ancora finito con i colori dell’aglio: ecco infine l’aglio rosso, che ha queste specifiche proprietà:
- È molto ricco di vitamina C, tiamina e riboflavina, potenti antiossidanti necessari alla nostra salute generale.
- Il suo sapore è intenso, piccante e apprezzato in gastronomia.
- Questa varietà è molto utilizzata nella medicina naturale per elaborare compresse o estratti d’aglio.
- A differenza del classico aglio bianco, quello rosso ha dimensioni più piccole, è stretto, la buccia esterna è di colore rosso intenso e di solito ogni testa contiene dagli 8 ai 12 spicchi.
- Possiede una maggiore concentrazione di composti organici solforati, è ricco di zolfo, iodio e silicio.
- Contiene un livello molto elevato di allicina, quel composto con proprietà antibiotiche che dona il caratteristico odore e sapore all’aglio.
Ecco alcune varietà di aglio rosso:
- L’aglio Rosso di Nubia (o di Paceco o di Trapani): ha le tuniche dei bulbilli rosso acceso. In Sicilia si semina tra dicembre e gennaio e si raccoglie a maggio/giugno. Ha un gusto molto forte che si sposa benissimo con i saporiti piatti siciliani. Può essere consumato tutto l’anno.
- L’aglio Rosso di Sulmona: è coltivato da secoli in Abruzzo, ha tuniche esterne bianche e bulbilli ricoperti da un involucro rosso vino. Si semina fino a fine gennaio e si raccoglie dopo sei mesi. Quest’aglio produce uno scapo floreale che va raccolto un mese prima del bulbo e può essere consumato fresco, sott’olio o in agrodolce.
- L’aglio Rosso Maremmano: di pezzatura più piccola è rosso acceso, molto profumato e ha un bel sapore deciso. Purtroppo è poco diffuso e prodotto quasi esclusivamente per consumo proprio.
La differenza tra le varie tipologie di aglio è a livello di coltivazione in quanto l’aglio rosso ha un ciclo di coltivazione più breve e produce bulbi più grandi ma che hanno come caratteristica una minore conservabilità rispetto a quelli dell’aglio bianco.