Caso Sas. Tradotto in volgare, lo scandalo dei vigilini a Firenze. Un pasticcio di quelli grossi. Un pasticciaccio che ha indotto la Polizia Municipale ad andare a fondo con l’inchiesta coordinata dal pm Paolo Barlucchi. Dodici persone arrestate. Tra queste anche il coordinatore dei cosiddetti vigilini ausiliari del traffico, Nicola Raimondo. Tuttora in carcere. "Potrebbe truffare ancora", ha così motivato la decisione di non concedere i domiciliari il gip Antonio Pezzuti. Respinta la richiesta avanzata dai difensori. Niente sconti anche per l’ausiliario del traffico Vittorio Sergi. "Troverebbe il modo di frodare il prossimo".
Accuse pesanti. Nelle carte dell’inchiesta sui vigilini anche le segnalazioni ai vertici sugli abusi della banda della sosta. Accuse pesanti come macigni. "A Sergi il coordinatore gli fa fare quello che vuole, e tutti sanno in azienda come funziona, però se qualcuno apre codesto vaso di Pandora poi si ride…", a parlare con un collega è una vigilina. Le microspie piazzate negli uffici in seguito all’apertura dell’inchiesta sotterranea partita da un anno riveleranno particolari decisamente compromettenti. Innanzitutto che "a conoscenza del ‘sistema Sas’ nella società in house a Palazzo Vecchio erano in tanti. Colleghi dei dieci ausiliari del traffico indagati, i vigilini, e non solo.
Dalle conversazioni intercettate dal reparto anticrimine della polizia municipale emerge che anche il diretto superiore di Nicola Raimondo, era consapevole della prassi che regnava nel suo ufficio. Lo scrive il pm Barlucchi nel novembre del 2019. "Consapevole il vertice e di fatto connivente, al di là delle reprimende che minaccia". Nicola Raimondo è accusato di abuso d’ufficio, truffa aggravata e corruzione elettorale. Ma ha sostanzialmente negato ogni responsabilità. "In palese contrasto con quanto emerso dalle indagini, ma si è contraddetto in più occasioni".
E per quanto riguarda la corruzione elettorale ha negato che "per la distribuzione dei biglietti per il concerto Thegiornalisti procurati dal funzionario del sindaco Iacopo Vicini, poi ritiratosi come candidato alle ultime amministrative, fosse legata a ragioni di interesse, ma solo determinata dall’amicizia". Agli atti dell’inchiesta c’è anche una conversazione captata nell’ufficio del direttore sul comportamento di Vittorio Sergi. Un ispettore della Sas discute sul fatto che lui intasca i soldi dei parcheggi in occasione dei concerti, facendo entrare le auto dall’uscita. "È stato visto e rivisto, ma in assenza di segnalazioni se lo tu lo vuoi beccare il modo c’è". L’ispettore incassa e replica: "Lo sapevano tutti, lui andava, si lasciava dei posti in fondo poi si metteva all’uscita. E da lì, a pagamento, faceva entrare gente disposta a pagare per parcheggiare. Dieci macchine, cinquanta euro".
Funzionava a questa maniera, alla Costoli come al Mandela Forum e in piazza Vittoria. L’ispettore senza peli sulla lingua. "Si sono accorti che faceva il furbo… ma io non gli posso dire m’hanno detto che…Io le prove non ce l’ho. Te hai bisogno della prova…e deve essere dall’esterno, non da noi sennò la cosa viene insabbiata come è già successo…Quelli che lo conoscono dicono che è stato già beccato a rubare, non gli hanno fatto nulla, anzi l’hanno promosso…In piazza Vittorio Veneto prendeva i soldi ai turisti…lo beccò uno di qui…Gli fecero una trappola e lo beccarono…Chiamarono chi di dovere e non gli fecero nulla…Va beccato in flagranza… Ma se la società non lo vuole beccare…".
È il 28 novembre 2019, quando il dirigente chiama il vigile per raccontare "le voci di corridoio su Sergi che prendeva i soldi ai parcheggi al Pala Mandela, con un’omissione però. Mai ha parlato dell’assenteismo e della copertura del coordinatore. Lo scandalo è servito, ad imperitura vergogna della città di Firenze e di quanti si sono lasciati andare alla finta pigra connivenza. Gli occhi foderati con fette di prosciutto e le orecchie finte sorde. Tutti sapevano, nessuno ha denunciato.
E dei parcheggiatori abusivi in azione a Firenze ne vogliamo parlare? Nell’inchiesta del pm Paolo Barlucchi emerge palese l’occupazione di Firenze da parte dei parcheggiatori abusivi. Il punto fermo della cricca è piazzale Vittorio Veneto. La polizia giudiziaria annota: "gli abusivi sono personaggi storici, alcuni presenti sul territorio fiorentino da decenni". Agli atti anche un video-testimonianza pubblicato su Youtube nel 2017. Una vera e propria confessione. Le parole sono di Antonio Rotunno, uno dei parcheggiatori finiti in carcere. "Questo parcheggio lo gestiamo noi, se il Comune faceva il suo dovere doveva controllare. Qui i vigili non entrano mai, cambiano strada. Vuole dire che non gli interessiamo. Multe qui non se ne fanno. Se sapevamo che i vigili facevano multe, noi qui non venivamo".
Dalle indagini emerge che il gruppo dei parcheggiatori abusivi riesce a mettere in tasca almeno mille euro mensili. Il sistema o furbo escamotage consisteva nell’apporre un tagliando fasullo sulle auto che avevano pagato l’obolo, tra i dieci e i venti euro. Le auto così segnalate non andavano multate ove mai i vigili amici fossero passati da quelle parti. Direttore compiacente per presunto interesse pecuniario personale, ispettore e dirigente tentennanti e non denuncianti e parcheggiatori abusivi furbi profittatori: lo scandalo dei vigilini di Firenze è servito.
Franco Esposito