Arriva in Italia l’Hyperloop, il treno super veloce che potrà percorrere idealmente Roma-Milano in circa 30 minuti. Questo futuristico mezzo di trasporto è in grado di viaggiare a più di 1.000 km l’ora. Sembra impossibile che in un paese dove la rete ferroviaria è carente e il sistema di trasporti precario, possa sbarcare il super treno immaginato da Elon Musk. Eppure, nonostante la crescita ferma, il debito e le tante inefficienze, c'è chi crede nel Belpaese tanto da volere portare innovazione e sviluppo. Gabriele Gresta, il cofondatore di Hyperloop Transportation Technologies, la società che sta lanciando in giro per il mondo il super treno, è un imprenditore che crede possibile questa innovazione e vuole traghettare l’Italia nella quarta rivoluzione industriale.
Sono già allo studio sei tratte diverse su cui correranno queste capsule a levitazione magnetica. Tre al nord e tre al sud della Penisola. L’impatto ambientale di Hyperloop sarà bassissimo: il treno super veloce sarà silenzioso e alimentato da fonti rinnovabili, quali solare, eolico, magnetico e geotermale. Ma soprattutto, questo sistema di trasporto finirà per produrre più energia di quella che consuma, circa il 30 per cento in più. Le infrastrutture su cui correranno velocissimi gli Hyperloop potrebbero sorgere in quei corridoi di circa 20 metri che affiancano autostrade e ferrovie. Gresta crede profondamente nella lievitazione magnetica che certamente promette di rivoluzionare il modo di spostarsi. "Insieme allo sviluppo di questa tecnologia – promette l’imprenditore- nasceranno nuove industrie e centri di ricerca nell’ingegneria e nel design. Il super treno creerà un nuovo polo di eccellenza in grado di attrarre talenti internazionali e richiamare i nostri cervelli in fuga con nuove opportunità professionali".
Queste prime sei tratte saranno solo l’inizio di un network italiano, primo pezzo di una rete europea, in grado di collegare i porti della Penisola con il resto del continente. Il cofondatore di Hyperloop Transportation Technologies sta girando il paese per incontrare governatori e autorità locali, partner industriali, potenziali investitori e istituzioni. Nei giorni scorsi ha presentato a Roma la sua nuova starup, Hyperloop Italia, che dovrà rendere possibile anche nella Penisola il sogno di spostarsi lungo grandi distanze in pochi minuti a bordo di una capsula supersonica: "Dopo aver avviato progetti negli Stati Uniti, in Francia, in India e a Dubai - precisa Gresta - ho deciso di dedicarmi completamente al lancio di questa tecnologia nel nostro Paese". Per farlo ha lasciato l’incarico che aveva come presidente nella multinazionale americana, avviando una società indipendente con una sede istituzionale a Roma e una operativa a Milano: "È la prima al mondo che avrà una licenza in esclusiva per la realizzazione commerciale del progetto Hyperloop in Italia", chiarisce.
L’ultima tappa, almeno finora, di un lungo viaggio imprenditoriale cominciato tanto tempo fa. Perché fin da bambino a Terni Gresta adorava i pc e la tecnologia: "Quando avevo nove anni, papà portò a casa computer e tastiera, gli serviva per lavoro. Io lo usavo quando potevo e a 13 anni scoprii che ne sapevo più di lui. Così facemmo un patto: mi mandò in un centro Ibm ad Arezzo, dove seguii un corso di informatica per un anno. In seguito, mi segnalarono a una multinazionale, l’Alpha center international, che aveva bisogno di un programmatore, che ne capisse di video e database. Così cominciai a lavorare per la loro divisione italiana". Ben presto, alla passione per il coding e lo sviluppo software ha aggiunto l’interesse per l’entertainment e la musica, lanciando nuovi progetti con spirito imprenditoriale: "Avevo messo da parte un po’ di soldi con questo lavoro che facevo dopo la scuola. Così ho creato un piccolo studio di registrazione, iniziando a produrre i miei primi pezzi e dischi dance".
Da lì all'organizzare show musicali e feste nelle discoteche il passo è stato davvero breve, fin a quando è diventato cantante con la band Mato Grosso, lanciata da Radio Deejay e protagonista di una tournée con 60 date: "Avevo 20 anni, cantavo, ballavo, suonavo. Tutte esperienze che mi sono poi servite quando sono entrato in Mtv Italia come editor. Scrivevo testi e programmi". Forse il grande salto è avvenuto nel 1998, dopo aver venduto a Telecom il 40 per cento della sua società di contenuti Bibop: "Avevo creato la mia casa di produzione, la prima a essere veramente cross mediale: gestivamo portali italiani e li mettevamo su in piedi da zero o quasi". In seguito, Gresta ha poi fondato nel 2003 Digital Magics, un incubatore di startup tutto italiano, che si quota in Borsa nel 2012, finanziando oltre 70 imprese innovative, tra cui anche Talent Garden. Si tratta dell’ultima avventura italiana prima di partire per gli Stati Uniti.
In California, rimane affascinato dall’idea lanciata dal fondatore di Tesla e Space X. Erano passate poche settimane dalla pubblicazione del white paper di Elon Musk, quando insieme a Dirk Ahlborn – il cofondatore di Hyperloop TT – avevano deciso di sviluppare insieme questa tecnologia con il metodo del crowdsourcing, un modello per cui esperti e professionisti esterni a un’azienda dedicano il loro tempo alla progettazione e realizzazione di un’idea: "Dovevamo raccogliere cervelli, non soldi. Nei primi tempi 100 scienziati e ricercatori avevano scelto di lavorare in questa modalità a Hyperloop, in cambio di azioni. Ora sono diventati 800 e provengono da 42 paesi del mondo". Menti eccellenti unite insieme dal comune interesse di trasformare radicalmente il modo in cui ci spostiamo. L’idea di collegarsi velocemente in Italia e in Europa potrebbe rivolvere il problema delle emissioni nociva di aerei e navi. Velocizzare i trasporti senza inquinare, la rivoluzione del trasporto futuro e sta partendo proprio dall’Italia.
Margareth Porpiglia