Coronavirus, America chiude per un mese. Fino a fine aprile gli Usa sono e saranno in condizione di lockdown, chiusi in casa il più possibile. Lo ha deciso, anzi constatato, Trump. Il presidente americano prima ha sperato che il coronavirus graziasse gli Stati Uniti, poi ha sperato di effettuare una semi chiusura del paese (qualche zona in lockdown e navi ospedale è stata la ricetta combinata della Casa Bianca per qualche giorno), quindi ha visto gli Usa conoscere un contagio che viaggia a velocità perfino superiore a quelle registrate a Wuhan o in Lombardia.
E allora hanno fatto, semplicemente, drammaticamente i conti: ci saranno negli Usa (circa 250 milioni di abitanti) milioni di contagiati. Quindi, parole dello stesso Trump, centomila morti se faremo un buon lavoro. Centomila morti, solo centomila morti sarebbero un successo secondo la Casa Bianca. A sentir definire un successo da conseguire centomila morti la mente sbanda un po’. Ma è così come dice Trump: centomila morti sarebbero un buon lavoro negli Usa (in Italia sono già più di 10mila e c’è la concreta possibilità di arrivare entro aprile a ventimila).
Quindi gli Usa chiudono quel che possono per un mese, per tutto aprile. I virologi hanno detto a Trump che magari centomila morti. E allora anche Trump si arrende ai danni, pesantissimi, all’economia. La Casa Bianca posticipa a giugno la speranza non di un ritorno alla normalità, ma solo di un inizio di ritorno alla normalità. Rallenta dunque, mette la marcia più bassa che c’è il più grande motore mondiale dell’economia, quello americano appunto.
Il costo per le economie di tutti i paesi del mondo sarà letteralmente incalcolabile, nessun portafoglio pubblico o privato riuscirà a tenersi al riparo da tagli e crolli. E il calendario del coronavirus in Usa ci comunica nella sua brutalità, se non l’avessimo capito, che tutto il 2020, proprio tutto l’anno, sarà l’anno del coronavirus. Altro che passa con l’estate, come con umana ma infondata ingenuità, tutti continuiamo a sperare.