Estinzione, meritiamo l’estinzione! Così la voce maschile che si ascolta nel video, il video in cui si vede la reazione di cittadini disturbati, disturbati dalla Polizia. Avevano organizzato un barbecue, una grigliata di gruppo in terrazza. L’elicottero della Polizia pattugliava, osservava la scena, quindi invitava a smettere. Smettere di continuare a fottersene (sì, questa è la cruda ma esatta parola) non tanto della legge quanto della salute. Salute sia di quelli sul terrazzo sia, a questo punto soprattutto, di quelli che l’indomani i grigliatori allegri incontreranno. E che succede? Succede che dalla terrazza partono uno, cinque, dieci, venti fuochi d’artificio sparati con buona mira contro l’elicottero della Polizia. Fino a costringere l’elicottero ad arretrare. Deve essere stata una gioia per quelli della terrazza, avranno esultato, si saranno dati il cinque, magari si saranno abbracciati: gliela avevano fatta vedere a quei rompiballe della Polizia chi comanda. E quindi via e giù: carne alla brace e poliziotto all’angolo, che vuoi di più?
Il giorno dopo qualcuno di questi sedicenti cittadini avrà anche lo stomaco, la faccia tosta, l’impudenza, la stolidità di farsi intervistare e di rivendicare: "Non facevamo niente di male…". No, niente di male, solo una violazione della legge, in gruppo. E che vuoi che sia? Solo una festicciola alla griglia capace di diffondere virus se c’è. E poi solo una lezione alla Polizia impicciona, così per scherzare. Magari chiederanno scusa, così pace e tutto a posto, no? Estinzione, meritiamo l’estinzione grida la voce nel video mentre dalla terrazza sparano fuochi all’elicottero. Estinzione forse no, ma che gli si farà in concreto a quelli della terrazza così convinti sia loro diritto e privilegio essere, se gli va, pericolosi per il prossimo, per la gente e pure per la Polizia se gli gira? Che gli si farà in concreto? Una multa? Due multe? Una denuncia, due denunce per due diversi reati? Poco o nulla rispetto a quel che dovrebbe essere fatto per punire il danno messo in atto e in scena sulla terrazza di Palermo.
Estinzione no, ma segnarseli quelli della terrazza e metterli in coda nella fila per il vaccino quando vaccino sarà, questo sì, questa sarebbe misura proporzionata a quel che hanno fatto. Palermo, il Sud sempre il Sud insofferente alle regole…Il Sud, solo il Sud? E quelle tre coppie tre, ragazzi dai 17 ai 24 anni, che a Lodi (a Lodi!) vanno alla festa organizzata in casa dell’amico. Amico che sa di essere infetto, positivo, malato e contagioso. E lo sanno anche i suoi amici che vanno alla festa a casa dell’infetto e lì piazzano risa e musica a palla e lì se la divertono tutti insieme, in sei, anzi sette , perché alla festa c’è, hanno invitato coronavirus. Estinzione, ce la meritiamo? Estinzione per incapacità di intendere ma estesa capacità di volere? Estinzione per lo squilibrio ormai intollerabile (dalla biologia) tra dilatazione dell’Io desiderante e agente e l’Io pensante e cosciente?
I casi di Palermo e Lodi (casi limite ma migliaia, decine, centinaia di migliaia di pranzi pasquali allargati ci sono stati) fanno venire quel grido disperato: estinzione, meritiamo l’estinzione. Estinzione no, ma se e quando i ragazzi della festa a casa dell’infetto dovessero ammalarsi (speriamo e auguriamo di no), in corsia, in ospedale e qualunque momento della cura sarebbe appropriato, anzi giusto, anzi umano dire loro di aspettare in fondo alla fila, magari anche dopo un anziano. Estinzione, meritiamo l’estinzione? No, ma di repressione di comportamenti nocivi ce n’è un grandissimo bisogno e pochissima pratica.
Alessandro Camilli