La Commissione europea e il Consiglio UE hanno pubblicato congiuntamente una tabella di marcia che mira a guidare gli Stati membri nell’adozione delle strategie per sollevare le misure di contenimento messe in atto per contenere l’epidemia. La presentazione delle linee guida per allentare le restrizioni non deve pero’ essere confuso con un’ apertura e un ritorno alla vita normale. Lo ha ribadito chiaramente la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando il documento alla stampa. "Le indicazioni pubblicate servono a fornire una cornice alle decisioni degli Stati membri".
Insomma i vertici delle istituzioni europee raccomandano un approccio graduale e progressivo per strutturare al meglio la riapertura. Gli Stati membri che valutano di allentare i blocchi dovrebbero assicurarsi, secondo le direttive del documento, di soddisfare specifiche condizioni. La prima è che gli sforzi per appiattire la curva delle infezioni abbiano avuto successo. "Ciò può, ad esempio, essere indicato da una riduzione sostenuta del numero di nuove infezioni, ricoveri e pazienti in terapia intensiva", si legge nelle linee guida.
In secondo luogo, i governi devono garantire una capacità sufficiente nei loro sistemi sanitari nazionali, non solo per quanto riguarda le capacità di cura negli ospedali, ma anche in termini di scorte sufficienti di forniture mediche, compresi i medicinali, nonché la disponibilità di strutture di assistenza per gruppi vulnerabili e pazienti dimessi. La terza condizione afferma che i paesi dovrebbero garantire di disporre delle capacità di monitoraggio continuo del virus e capacità di realizzazione di test su larga scala. Secondo la Commissione europea i blocchi hanno rallentato l'epidemia e salvato vite umane, ma ad un "costo drammatico" per le attività economiche. Fatto che rende necessario risvegliare le attività produttive e sociali, pur se con le dovute precauzioni.
Le azioni intraprese dai governi nazionali dovrebbero essere graduali ed essere svolte in coordinamento tra loro, in particolare per quanto riguarda la revoca dei controlli alle frontiere tra i paesi dell'UE, un passo che dovrebbe essere preso solo una volta che la situazione di due Stati membri confinanti "converge sufficientemente". Le frontiere esterne dell'UE, chiuse da metà marzo, dovrebbero essere riaperte "in una seconda fase e tenere conto della diffusione del virus al di fuori dell'UE". La pubblicazione del documento arriva durante una settimana in cui i paesi dell'UE hanno iniziato a muoversi in diverse direzioni per pensare a come rimuovere i loro blocchi nazionali.
Voci prudenti e in qualche misura contrarie sono giunte da più parti. Alcuni esperti sanitari in Belgio, ma anche alti funzionari dell'Organizzazione mondiale della sanità, hanno avvertito che era troppo presto per revocare le misure di contenimento. Intanto alcuni paesi UE hanno cominciato timidamente a riaprire alcuni settori. Spagna e l'Austria questa settimana hanno parzialmente sollevato le misure di contenimento per alcuni settori non essenziali, mentre la Danimarca riapre le scuole all'istruzione primaria da oggi. Allo stesso tempo, la Romania, la Francia e l'Italia hanno tutti annunciato che i loro rispettivi blocchi saranno estesi ulteriormente a maggio, mentre i leader belgi dovrebbero annunciare un aggiornamento del blocco nazionale del paese che si avvicina al limite di un mese.
Sarà un processo lento e progressivo, ma certamente l’economia europea ripartirà. Saranno necessari nuovi modelli e nuovi incentivi. Ingenti investimenti pubblici e privati, per ricostruire l'economia e creare nuovi posti di lavoro. Insomma un nuovo piano Marshall. La chiave di questo processo- secondo la presidente della commissione europea- è "un nuovo, potente bilancio pluriennale dell'Ue. Ogni azione deve essere continuamente monitorata".
Margareth Porpiglia