L'Osservatorio Malattie Rare, attraverso un articolo pubblicato sul suo sito web a firma di Francesco Fuggetta, sottolinea i benefici che, secondo uno studio indiano, la dieta chetogenica - uno speciale regime alimentare - assicura a chi è afflitto da diabete e obesità. Dieta che, sempre secondo questo studio condotto a New Delhi, potrebbe essere utilizzata per un numero crescente di patologie.
In particolare, la dieta chetogenica è molto ricca di grassi, ha un adeguato apporto di proteine ed è povera di carboidrati: di conseguenza il corpo umano, non avendo a disposizione una quantità sufficiente di carboidrati, brucia i grassi al loro posto per sviluppare energia. Il fegato converte quindi il grasso in acidi grassi e produce corpi chetonici, che sostituiscono il glucosio come fonte primaria di energia: questo accumulo di chetoni nel sangue è noto come chetosi nutrizionale.
Dalla sua introduzione nel 1920, la ricerca ha continuato a indagare i meccanismi e i possibili usi della dieta chetogenica in varie condizioni cliniche. A causa dei suoi effetti pleiotropici sul sistema nervoso centrale, sul metabolismo cellulare e sulle vie metaboliche, la dieta è stata studiata e ha mostrato risultati promettenti nelle lesioni cerebrali traumatiche, nell'acne, nei tumori e in diversi disturbi neurologici e malattie metaboliche. Nota da tempo per i suoi effetti antiepilettici, è stata utilizzata anche per il trattamento dell'epilessia refrattaria.
Uno studio indiano, pubblicato sul Journal of Postgraduate Medicine, ha riassunto le evidenze a supporto della dieta chetogenica nella pratica clinica del diabete, dell'obesità e di altri disturbi endocrini. La dieta, di solito, è a base di proteine animali, ma ai pazienti indiani è stata fornita anche una variante empirica, vegetariana, che tenesse presenti le loro abitudini alimentari.
Secondo i ricercatori, la dieta chetogenica ha effetti positivi sul precondizionamento ischemico cardiaco, migliora l'ossigenazione nei pazienti con insufficienza respiratoria, migliora il controllo glicemico nei diabetici, è associata a una significativa perdita di peso e ha un impatto benefico sulla sindrome dell'ovaio policistico. Recentemente, inoltre, i chetoni sono stati proposti come un “combustibile super metabolico” a causa dei loro vari effetti favorevoli sul metabolismo cellulare in molti tessuti, e la dieta è considerata oggi come una terapia adatta alla “diabesità”, un neologismo coniato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per sottolineare la stretta associazione tra il diabete mellito di tipo 2 e l'obesità.
Gli studiosi, oltre che sui benefici della dieta, si sono concentrati anche sulle controindicazioni e sulle precauzioni da adottare nel suo utilizzo, come quella di assumere integratori multivitaminici: “La dieta chetogenica sta guadagnando interesse, ma per essere efficace deve essere seguita sotto stretto controllo di medici e dietologi; pertanto, potrebbe richiedere di essere avviata in un ambiente ospedaliero. Per facilitarne l'accettazione, la tollerabilità e l'appetibilità da parte del paziente, i protocolli dietetici vengono gradualmente modificati includendo un inizio della dieta con o senza digiuno, follow-up regolari per ridurre al minimo le complicanze, e cambiamenti nel rapporto dei grassi rispetto ai componenti non grassi e nella composizione degli acidi grassi”, hanno spiegato gli autori dello studio.
“Diete di questo tipo possono influenzare positivamente l'equilibrio ormonale e i disturbi endocrinologici, ma sono necessari studi futuri per valutare gli effetti a lungo termine sulla salute e l'inversione delle complicanze diabetiche nell'uomo. Occorrerà comprendere meglio anche altri aspetti complessi, come il suo impatto clinico, la sicurezza, la tollerabilità, l'efficacia, la durata del trattamento e la prognosi dopo l'interruzione della dieta, secondo i meccanismi specifici di ogni malattia”, hanno aggiunto i medici di Nuova Delhi.
La dieta chetogenica, attualmente, è l'unico trattamento in grado di tenere sotto controllo alcuni sintomi di una malattia genetica rara, la sindrome da deficit di GLUT1. Come abbiamo raccontato in un articolo, Lorenzo, che ora ha tre anni, è il paziente più piccolo mai diagnosticato in Italia con questa patologia. Il bambino, che ha avuto la diagnosi a soli cinque mesi, è anche il più piccolo in Italia che abbia mai iniziato la dieta chetogenica (a nemmeno sei mesi). La mamma di Lorenzo, Alessandra Camerini, è ingegnere ed è l’ideatrice di Ketonet, un’applicazione sviluppata dall'Associazione Italiana GLUT1 Onlus in collaborazione con il Politecnico di Milano e l'Università degli Studi di Pavia. Scaricabile gratuitamente, l'app aiuta le famiglie a gestire la dieta chetogenica, che è estremamente complessa da seguire.