In Vaticano, si approfondisce il "caso Barros" legato al tema della copertura in Cile di atti di pedofilia commessi dal clero. Papa Francesco ha disposto che monsignor Charles J. Scicluna arcivescovo di Malta e presidente del collegio per l'esame di ricorsi in materia di "delicta graviora" alla sessione ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede si rechi a Santiago del Cile, "per ascoltare coloro che hanno espresso la volontà di sottoporre elementi in loro possesso", come riferisce una nota del Vaticano, "a seguito di alcune informazioni recentemente pervenute in merito al caso di monsignor Juan de la Cruz Barros Madrid vescovo di Osorno in Cile. Bergoglio ha insomma deciso di riaprire il caso Barros, nonostante durante il recente viaggio abbia difeso pubblicamente il vescovo cileno.
LE DICHIARAZIONI DEL CARDINALE O' MALLEY
Monsignor Barros è contestato da gruppi di fedeli che chiedono le sue dimissioni perché sospettato di complicità con un prete pedofilo che era stato il suo padre spirituale. Come è noto la pubblica difesa del Papa aveva provocato una risentita dichiarazione del cardinale Sean Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la protezione dei minori. Ma Francesco invece di arrabbiarsi con il porporato statunitense ha manifestato apprezzamento per il suo intervento. Del resto oltre a quella di O'Malley si sono levate voci autorevoli per chiedere un supplemento di indagini. Dura in particolare la presa di posizione di "We are Church International".