Recovery Italia: 141 euro per passeggero ad Alitalia, Ilva e Autostrade dallo Stato, se il buongiorno si vede dal mattino… Ma la triade Alitalia, Ilva, Autostrade non è solo un sonante e pesante buongiorno del Recovery italian style, ne è la sostanza e la cifra.La pubblica opinione, la gente, l’elettorato, i sindacati, le associazioni di categoria, gli imprenditori, i commercianti, le parti e i gruppi sociali, le famiglie, gli individui, i cosiddetti territori non chiedono e non si aspettano di ricevere servizi, infrastrutture, opportunità. Dallo Stato in qualunque sua articolazione ed espressione (dal Comune di residenza fino alla Commissione Europea fa lo stesso) in Italia si chiedono e si aspettano (con più o meno nervosismo) sussidi, sconti fiscali, bonus, occasioni per attingere a pubblico denaro. Ripartire…il fatto è che il sistema Italia non da ieri ma ormai da circa 20/30 anni è basato e quindi assuefatto alla logica e alla pratica della mano pubblica spende per dare a tutti un biglietto bus a prezzo politico, prezzo che vale la pena di un bus che fa schifo.
L’intera vita sociale e imprenditoriale è inchiavardata intorno all’asse (l’unico asse che gira sempre e comunque) dello Stato che esenta, incentiva, sussidia, chiude un occhio, destina soldi a questa o quella grande o mini categoria. Non c’è discorso pubblico neanche in tv o sui giornali, non c’è cittadino che, pronunciando dieci parole, le ultime tre non siano: "servono più fondi". Recovery Italia è nella testa degli italiani il ripartire come prima, più di prima…ad essere sussidiati, finanziati, esentati. Tra una banda larga realmente in ogni luogo del paese e uno sconto sulla bolletta la cultura e la scelta sono: viva lo sconto! Tra una scuola d’eccellenza quanto a strutture e qualità dei docenti e un aumento degli stipendi dei prof accompagnato da una diminuzione dei soldi pagati dalle famiglie, cultura e scelta sono per più stipendi e meno esborsi. La scuola d’eccellenza? Un’altra volta.
Tra una reale riqualificazione professionale, tra l’imparare un altro mestiere pagati dallo Stato per farlo e la Cassa Integrazione più pre pensionamento, cultura e scelta sono per ogni forma possibile di sussidio e mantenimento in vita artificiale del lavoro che c’era. Redditi di Cittadinanza e pensioni più nazionalizzazioni e quindi stipendi di Stato assorbono i tre quarti se non di più della cultura e delle scelte dei partiti attualmente al governo. Ma non è che con Salvini e Meloni l’orizzonte cambierebbe: l’idea di tagliare le tasse agli italiani con i miliardi della Ue esaurisce praticamente il 90 per cento dell’orizzonte della destra italiana. Recovery Italia inteso e percepito come un cominciare daccapo una pagina diversa, scritta con altra calligrafia e altro inchiostro è frase vuota quanto ripetuta a macchinetta. Niente più che uno scongiuro. O meglio: un mantra consapevolmente bugiardo. Un mantra ipocrita. Cui nessuno si sottrae. Un po’, anzi più di un po’ come il "saremo, ne usciremo migliori". Tutt’altro: siamo uguali a prima e vogliamo rientrare nel prima, il prima come era prima.
Il Recovery Italia è questa tensione e volontà. Quindi è il ripartirsi i miliardi della Ue prima ancora che siano arrivati e prima ovviamente del farci qualcosa che siano servizi, strutture e in generale cose che in Italia non ci sono. Recovery Italia è nella cultura e scelta del paese sussidiare quello che c’era prima. Si spiegano così, oltre che con l’insipienza manageriale e governativa, i tre miliardi questi sì a fondo perduto ad Alitalia. Si spiega così il quasi rallegrarsi di ministri, sindacati e cittadini di Taranto perché Arcelor Mittal pare in fregola di fuga. E quindi che festa prendersi e gestire una acciaieria che produce alla simpatica perdita di centinaia di milioni l’anno e che il maggior gruppo siderurgico mondiale sta per mollare come impianto senza speranza o quasi. Ci penserà lo Stato italiano: stipendi assicurati, risanamenti ambientale giurati…L’acciaio prodotto e venduto a chi?
DOMANDA IMPERTINENTE E NEO LIBERISTA
Domanda fatta della stessa impudenza con cui si chiede perché Alitalia voli in perdita da un quarto di secolo. Con cui si chiede perché mai Anas dovrebbe gestire meglio di Autostrade, impudenza con cui si potrebbe chiedere quale vantaggio collettivo nel sospendere di fatto investimenti nella rete autostradale. Domande sciocche e impolitiche: la gente, il popolo preferisce e vuole sconto sul pedaggio. Recovery Italia è già qui ed oggi l’Italia che si sta adattando al nuovo habitat socio economico. Il ristoratore di Roma che si allarga con i tavolini su ogni strada del centro cittadino, gliel’hanno promesso, mai arrivato regolamento, lui fa come gli pare e gli serve. Il datore di lavoro che tiene a casa il dipendente finta partita Iva, lo fa lavorare più di prima, lo paga come prima e incassa la forma di welfare pagata dallo Stato. L’imprenditore che non riapre, o meglio riapre in "grigio", perché si è fatto i conti e ha visto che Cassa Integrazione paga 80 per cento salari…
Già in corso perfino il mercato dei permessi di soggiorno, lo organizzano i negrieri della braccia da lavoro nei campi, quelli che dovevano essere sconfitti dalla sanatoria. Ritmato e rombante il richiedere soldi da parte di Regioni, Comuni, comparti di imprese, aziende e interessi. Recovery Italia, stiamo per farci sopra un qualcosa battezzato Stati Generali dell’economia. Dice: per sapere cosa c’è da fare. Cosa ci sia da fare è la cosa più nota, da tempo. Più produttività, fisco diverso, Pubblica Amministrazione da cambiarle i panni e proteggerla da se stessa, selezione, eccellenza e merito nella formazione scolastica e universitaria. banda larga, Alta Velocità…e in generale capacità e voglia di spendere per cose che daranno vantaggio e utilità nei prossimi cinque, dieci, quindici, venti anni. Il contrario di sussidi qui e oggi. Quindi Stati Generali dell’Economia in realtà per cominciare a disegnare un elenco richieste sussidi e per cominciare a trattare una spartizione di sussidi. Come da cultura e scelta del sistema paese.
Lucio Fero