E se la profezia Maya sulla fine del mondo fosse per domenica 21 giugno 2020 e non per il 21 dicembre 2012? La bufala imperversa in rete da diverse ore e sostiene che il calendario Maya sia stato male interpretato. Un presunto errore di lettura del calendario gregoriano, che è stato introdotto nel 1582 al posto di quello giuliano. Tanto è bastato per alimentare su Twitter i cinguettii a base di complotti sulla presunta imminente fine del mondo. Complotti alimentati anche dalle strane coincidenze di questo 2020, segnato dalla pandemia del coronavirus e dalle invasioni di cavallette dal Kenya e dal Pakistan fino alla Sardegna, ma in cui si stenta ancora a credere. Secondo i ben informati del complotto, il passaggio da calendario giuliano a calendario gregoriano avrebbe fatto perdere 11 giorni l’anno. Uno scarto che sommato sposterebbe la data dell’apocalisse Maya proprio dal 12 dicembre 2012 al 21 giugno 2020.
A sostenerlo in una serie di tweet, è stato il presunto scienziato "Paolo Tagaloguin", un profilo Twitter rapidamente scomparso dal social insieme ai suoi cinguettii. Dopo un rapido controllo, il Corriere della Sera riporta che esiste davvero uno scienziato che risponde al nome di Paolo Tagaloguin, ma è tutt’altro che esperto di civiltà Maya. Il Tagaloguin, presunto vero, è un ricercatore di biologia alla Mindanao State University di General Santos City, nelle Filippine. Ma chi ne ha preso quindi in prestito il nome per millantare sull’apocalisse Maya? Difficile dirlo. A 8 anni dai tanti articoli di debunking sulla presunta apocalisse, mai arrivata, ci si ritrova così a dover ribadire che si tratta di una bufala. Già nel 2012 la NASA realizzò un lungo approfondimento in cui spiegava il "lungo computo", cioè il motivo per cui il calendario dell’antica civiltà è effettivamente finito nel 2012.
Pensiamo ad esempio ai nostri calendari, il fatto che l’anno inizi il 1° gennaio e finisca il 31 dicembre, non implica una ciclica fine del mondo imminente. A chiarire l’enigma era stata anche Sandra Noble, direttrice della Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, che sottolineò come il 2012 segnasse solo l’inizio di un nuovo ciclo per la cultura dell’antica civiltà. Anzi, secondo la Noble, qualcuno trasformò quel calendario Maya "in un’occasione per fare molti soldi". D’altronde, è difficile darle torto, dato che l’apocalisse Maya suscitò così tanto clamore da innescare trovate pubblicitarie, editoriali, articoli, film e tv sulla presunta profezia. E anche l’anno 2020 non si impegna certo a far tacere le superstizioni, con le sue inquietanti coincidenze, che tali sono destinate a rimanere.