"Egregio Onorevole Di Maio, signor Presidente, nei giorni scorsi il Parlamento italiano è stato impegnato nella conversione del decreto legge 20 aprile 2020, N. 26 recante disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l’anno 2020 ed ha deciso di accorpare l’appuntamento alle urne in due giorni consecutivi a cavallo tra la domenica della 30a settimana e il lunedì della 31a settimana. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è preoccupatissimo".
A preoccupare il Cgie, spiega Schiavone, sono "la regolarità e la tenuta contestuale delle elezioni per i rinnovi delle rappresentanze politiche con il "referendum costituzionale confermativo sulla riduzione dei parlamentari" perché, nella persistente emergenza epidemiologica nei due continenti americani e in altri continenti, numerose sedi consolari situate in paesi dove vige il lockdown erogano esclusivamente servizi urgenti e indifferibili, operano in condizioni di turnazioni con appuntamenti e per molteplici difficoltà, tecniche amministrative e di risorse umane, sono impossibilitate a preparare questo appuntamento elettorale".
"I ritardi dovuti al blocco dei servizi consolari di questi mesi e la carenza di personale rischiano di far implodere le loro attività", annota Schiavone. "Nelle condizioni date questi gravi impedimenti sono potenzialmente ostativi alla partecipazione di tutti i cittadini italiani aventi diritto di voto perché, le date decise dal Parlamento a brevissima distanza dal voto per corrispondenza, non garantiscono né gli aggiornamenti delle liste elettorali, né la campagna referendaria per informare e orientare le elettrici e gli elettori come prevede la Costituzione italiana".
Il CGIE, quindi, "le chiede di far rispettare i diritti civili e la legge elettorale perché i limiti evidenziati rischiano di inficiare il risultato finale. Presidente, ci permettiamo di informarla che i tempi a disposizione per la tenuta del referendum in parola nel mese di settembre sono strettissimi, come impervi sono gli aspetti organizzativi anche se i preparativi indispensabili allo svolgi- mento nella circoscrizione estero fossero rapidi, e proseguissero ininterrottamente durante i mesi di luglio e agosto".
"Il plico referendario dovrà essere spedito nei primi giorni di settembre. In molte realtà questo esercizio, oggi, è impossibile e impraticabile", denuncia Schiavone. "Il numero delle elettrici e degli elettori aventi diritto di voto nella circoscrizione estero a fine marzo 2020 è stimato a 4’500'000, dei quali 2'500'000 in Europa, 1'500'000 in America latina, il resto è sparso nel mondo. In Europa le vacanze estive incominciano in questi giorni e in alcuni Paesi, come la Germania dove vivono 900'000 connazionali, termineranno alla fine di agosto e non riceveranno informazioni sufficienti per poter decidere consapevolmente". "Presidente, il CGIE le chiede cortesemente di farci partecipi della tempistica e delle modalità che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale intende perseguire per garantire la partecipazione al referendum dei cittadini italiani residenti all’estero", continua Schiavone. "Considerando che, già in periodi di ordinaria amministrazione e con tempi lunghi, nel- la detta circoscrizione si sono spesso verificati dissonanti risultati partecipativi causati dall’asimmetria dei servizi postali, che proprio per la delicatezza del quesito referendario in questione dovrebbero essere maggiormente garantiti al fine di rafforzare la credibilità delle istituzioni, diversamente poste sotto attacco fino ad essere ripetutamente contestate". "Per i tanti dubbi sulla tempistica, sulle procedure e sulle incertezze legate anche alla trasparenza del voto nella circoscrizione estero, che il CGIE ha più volte chiesto di riformare, - conclude il segretario generale – poniamo alla Sua attenzione la richiesta di scorporare il referendum dalle elezioni per il rinnovo delle cariche nominative nei vari parlamenti locali, regionali e nazionale e posticiparlo ad una data alternativa nei mesi successivi".