Nella giornata di ieri l’ambasciatore Giovanni Iannuzzi ci ha inviato una mail, eccola:
"Caro Direttore,
sarei grato se, appellandomi al diritto di replica, volesse pubblicare quanto segue tra virgolette e in verde":
Caro Direttore,
nei giorni scorsi "La Gente d’Italia", con toni aspri e spesso polemici, ha criticato le iniziative prese (o non prese) dall’Amministrazione degli Affari Esteri (a Roma e qui). È accaduto in un momento impegnativo e, forse quale indice di un clima più disteso, molti argomenti sono stati trattati in un’intervista che avete rivolto al Sottosegretario Merlo.
Due giorni fa ho creduto che fosse stato di interesse per i lettori, anche alla luce di quanto detto dal Sottosegretario, fornire un completamento del quadro dalla mia prospettiva che, come ben sa, è subordinata. In tal senso Le ho chiesto di sottopormi delle domande che, con- fermo, sono pronto ad accogliere in spirito collaborativo, ma soprattutto di completa informazione dei lettori. Piuttosto che aprire un simil "blog" sulle Sue pagine, credo che questo sia il modo miglio- re di agire, in analogia con quanto è accaduto con il Sottosegretario. Distinti saluti". Giovanni Iannuzzi
PS. Potrei essere più tempestivo a leggervi (ed eventualmente nel rispondere), ma da qualche giorno la copia in anticipo che mi veniva mandata per e-mail non mi arriva. Se fosse stata una distrazione, gliel’ho voluto segnalare.
L'ambasciatore ha ‘aperto'a un dialogo con ‘La Gente d’Italia’, così come precedentemente ha fatto il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo in merito ad alcuni chiari- menti che avevamo chiesto per quanto riguarda la nuova area consolare di Montovideo e agli italiani rimasti bloccati in Uruguay.
Si è appellato al diritto di replica. Non ce n'è bisogno siamo democratici ed avremmo comunque pubblicato la sua lettera... Un’apertura - dicevamo - che non può che farci piacere, e che ovviamente va a favore dei lettori, i nostri unici ‘padroni’.
L’ambasciatore, all’inter- no della mail che pubblichiamo per intero, ha detto che abbiamo criticato le iniziative prese o meno dall’Amministrazione de- gli Affari Esteri. In realtà noi abbiamo solo fatto i giornalisti che hanno il diritto di cronaca e anche di critica: se qualcosa non ci convince, facciamo domande e l’interlocutore (in questo caso l’istituzione) dovrebbe rispondere per il bene della collettività. Non siamo "velinari"... ma rispettiamo però le opinioni di tutti, politici e singoli...
Nessuno ha la verità in tasca, ci mancherebbe, ma per il rispetto dei lettori e dei connazionali sarebbe buona ‘creanza' quella di aprirsi a un confronto (chi leggerà avrà il ‘compito' di trarne le conseguenze). Cosa che lei ha deciso di fare e a noi non può che far piacere. Lei ha poi aggiunto che è meglio evitare un simil ‘blog' dalle pagine di questo giornale tra la ‘nostra corrispondenza’.
Le rispondiamo: nessun blog, ma solamente una grandissima attenzione per chi ci segue da 22 anni. Siamo come un libro aperto, i lettori vogliamo quasi tenerli per mano e informarli di tutto, sempre nel segno della trasparenza. Non abbiamo alcuna reticenza, noi, a differenza di altri. Se c’è da criticare la Destra, lo facciamo. Se c’è da criticare la Sinistra, altrettanto. Abbiamo la fortuna di non avere padroni, se non chi ci legge. Siamo un giornale non facile, lo ammettiamo. E difatti a volte ne paghiamo le conseguenze, ci sono molte persone che amano metterci i bastoni tra le ruote in maniera davvero abominevole. Ricorda la riunione del Comites alla quale lei era presente? Quattro persone capeggiate da Aldo Lamorte asserirono che questo giornale non esisteva, ovviamente men- tendo sapendo di mentire (a proposito, su questo tema purtroppo non soprassediamo e andiamo avanti con le vie legali in sede penale e civile e non soltanto in Italia).
La speranza di questi tizi e di altri ancora? Che questo giornale un giorno possa chiudere, così da far cessare quello che è solamente uno strumento di democrazia.
E lei, da ambasciatore che deve rappresentare gli italiani, sa benissimo l’importanza di questa parola. Quando ieri ci ha scritto per avere un diritto di replica ha chiesto che venisse pubblicato in verde: graficamente, è un colore che stona con il bianco. E che su carta rischia di non poter essere letto.
Il verde, il tratto verde - perdoni la divagazione grafologica - (F. Lefebu-re "Le trait en Grapho- logie" Ed. Masson Paris 1991) "traduce il piacere di assaporare la vita, /.../ esprime la nostalgia della giovinezza, il rifiuto di invecchiare per salvarsi dalla fuga del tempo".
Bene, il tratto verde è anche il colore della speranza, quella che abbiamo affinché possa esserci tra noi e lei uno spirito di collaborazione.
A proposito, ne approfittiamo per dirle che fare- mo di tutto affinché possa ricevere via mail la copia del giornale. L’invio non dipende da noi, ma da un sistema automatico che avrà avuto qualche intoppo: come lei anche altri utenti ci hanno scritto a riguardo. Cercheremo di porvi rimedio al più pre- sto...