Chi pensava che saremmo usciti migliori dalla pandemia di Covid-19 deve fare i conti con quanto emerge dal rapporto "La silver economy e le sue conseguenze nella società post Covid-19" dell’Osservatorio Censis-Tendercapital. Lo studio registra un nuovo rancore sociale e generazionale dei più giovani contro i più anziani, esploso con violenza proprio a seguito della pandemia.
Nel dettaglio, un giovane su due in emergenza vorrebbe penalizzare gli anziani nell’accesso alle cure e nella competizione sulle risorse pubbliche: il 49,3% dei millennial (il 39,2% nel totale della popolazione) ritiene che nell’emergenza sia giusto che i giovani siano curati prima degli anziani. Un cinismo confermato da quel 35% dei giovani (il 26,9% nel totale della popolazione) convinto che sia troppa la spesa pubblica per gli anziani, dalle pensioni alla salute, a danno dei giovani. In sostanza monta nella generazione più giovane un’inedita voglia di preferenza generazionale nell’accesso alle risorse e ai servizi pubblici, legata all’idea che l’anziano sia una sorta di privilegiato dissipatore di risorse pubbliche.
Il presidente di Tendercapital, Moreno Zani, si augura che i dati emersi possano dare "un contributo positivo al decisore politico che dovrà adottare scelte più rispondenti alle nuove esigenze emerse a seguito della pandemia". Gli risponde il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta dicendo che le politiche pubbliche "devono tener conto dell’alto numero di persone anziane che hanno una notevole capacità di spesa, oltre che un ruolo sociale considerevole nei confronti dei giovani". Secondo lui, visto il clima teso, occorre "rimarginare la rottura generazionale" attraverso politiche che da un lato favoriscano l’occupazione e, dall’altro, "contribuiscano a sviluppare un nuovo modello di welfare orientato alla tutela della salute".
Dal Rapporto emerge che nella fase post-Covid-19, gli anziani guardano al proprio futuro e a quello della propria famiglia con più fiducia degli altri: il 32,8% si dice ottimista, contro il 10,4% dei millennial e il 18,1% degli adulti. Sono anche i più positivi sulle chance di ripresa dell’Italia (20,9%), mentre crolla in questo caso la fiducia dei millennial (4,9%). Secondo Giuseppe De Rita, presidente del Censis, la sfida ora è quella di leggere queste evidenze "alla luce di un ciclo di lungo periodo, tenendo conto che prima del contagio gli anziani erano più predisposti a cedere parte del loro reddito ai figli o ai nipoti, mentre il quadro che sembra ora emergere è quello di un atteggiamento di maggiore controllo da parte dei primi volto a riprendere padronanza della propria capacità finanziaria".
Questa però non è la sola novità che emerge dallo studio. Si smentisce ad esempio la relazione tra l’alta presenza di anziani e l’alta incidenza dei contagi. Il Covid non ha colpito solo gli anziani, lo dicono i dati a livello geografico: nelle province con i più alti tassi di contagio l’incidenza degli anziani è contenuta, come accade a Cremona (1° per tasso di contagio, ma al 45° posto della graduatoria per anzianità) e Piacenza (rispettivamente al 2° e al 36° posto). Al contempo, la provincia di Savona (1° per anzianità) si colloca al 30° posto nella graduatoria per contagio, così come Biella (2° nella graduatoria per anzianità e 28° in quella per contagio).
M.E. CAPITANIO