Il virus ha stravolto tutto, ma se c'è una certezza quella rimane il mattone. Così New York, nonostante tutto, continua ad essere in cima alle preferenze, ma questa volta, non succede certo spesso, sono i compratori che hanno più potere. Il mercato immobiliare della Big Apple offre tanto, ma proprio per la pandemia il periodo primaverile, quello generalmente più gettonato, dove si vende di più e gli affari non si contano, se n'è andato lasciando soprattutto una offerta eccessiva di appartamenti di lusso. Così mentre gli Stati Uniti stanno ancora lottando contro COVID-19, gli acquirenti stanno arrivando, soprattutto virtualmente (per ora) dall'estero. Un elenco lungo di chi vuole investire il proprio denaro nel mattone americano di New York: Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Sudafrica, Canada, Singapore, ma anche Brasile e Argentina, poi il Medio Oriente e la Russia. Insomma mezzo mondo che vede grosse possibilità nella Big Apple: oggi si può acquistare a prezzi che si possono definire accessibili e domani, una volta spazzata via la pandemia e la crisi, ecco che i guadagni arriveranno. Solo per rifarci all'ultimo ventennio, era successa la stessa cosa dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, ma anche successivamente alla crisi economica del 2008. E adesso più o meno si prevede lo stesso andamento, ma con una variante importante, messa in rilievo da un ampio servizio apparso su Forbes: in prima fila tra gli acquirenti stranieri ci sono gli italiani. Se nel proprio Paese i nostri connazionali danarosi non vedono al momento la luce in fondo al tunnel della crisi economica, ecco che i mattoni di Manhattan o Soho rappresentano invece la certezza che investendo oggi 100, domani, inteso poi come un lasso di tempo anche breve, quella cifra possa accumulare qualche zero in più. La conferma l'ha data in una intervista concessa a Lisa Chamoff di Forbes, un agente della Corcoran, uno dei gruppi del settore investimento più conosciuti, Andrea Pedicini, nativo di Venezia. "Dal momento in cui i lockdown hanno cominciato a diminuire fino a scomparire - ha spiegato - ho ricevuto un numero sorprendente di richieste da parte di clienti coi quali avevo già lavorato, ma soprattutto tantissimi, nuovi. In questo momento sto lavorando con oltre una trentina di contratti, e sono clienti nuovi più altri quattro che sono tornati: tutti hanno il desiderio di investire nel settore immobiliare nell'area di New York nei prossimi sei-nove mesi. Il perchè? In questo momento gli italiani considerano New York un rifugio sicuro". Comprare casa nella Big Apple, nonostante il mercato sia sempre difficile da prevedere, e gli ultimi avvenimenti lo hanno solo confermato, rappresenta un po' la certezza, per gli investitori, di poterci guadagnare, e anche di parecchio, nel giro di poco tempo. E in questo momento sono townhouse, le villette e gli appartamenti in piccoli edifici, tutti ben tenuti e gestiti, i più richiesti. "In questo momento - ha aggiunto Sebastian Steinau, un altro agente della Corcorian - i costruttori edilizi vogliono muovere il loro inventario e stanno rilanciando la loro attività dopo che gli ultimi tre mesi sono stati persi per la pandemia. Questa 'fretta' porta a una negoziabilità maggiore. Così sul tavolo delle trattative ci si mette tutto, dai costi di chiusura del contratto fino ai parcheggi". E gli italiani sono pronti a mettere la firma, l'ultimo ostacolo riguarda le restrizioni sui viaggi aerei, ancora vigenti: ma non appena saranno di nuovo aperte le frontiere e gli aeroporti, avendo la possibilità di vedere dal vivo il proprio investimento, ci si attende un grande numero di contratti firmati. E questa nuova fiammata straniera nei confronti degli immobili a stelle e strisce rappresenta una inversione di tendenza rispetto al crollo che si era verificato nel periodo tra aprile 2018 e marzo 2019, quando gli acquisti esteri erano diminuiti del 31% rispetto all'anno precedente, scendendo da un totale di $121 miliardi a $77,9 miliardi. Ma anche in quella corsa verso il basso, provocata da diversi fattori, non ultimo il calo dei compratori cinesi, gli italiani con la passione dell'immobile negli Stati Uniti non si erano fatti contagiare dall' andamento globale nonostante i tanti problemi che hanno attanagliato l'Italia, anche prima dello scoppio della pandemia. Solo un leggero calo in percentuale che ora potrebbe venire cancellato proprio da questo nuovo boom della casa americana.

di SANDRA ECHENIQUE