A 83 anni vuole portare in cima all'Aconcagua, 6.961 metri, la bandiera dei Giochi Olimpici della Gioventù che si terranno in Argentina il prossimo ottobre. Lei si chiama Elisa Sampietro de Forti e non è nuova a queste imprese, il suo curriculum è pieno di record, anche perché ha cominciato a fare la corsa, le maratone, quando aveva 72 anni, una volta rimasta vedova.
Nata in Italia, in provincia di Como, Elisa ormai è da una vita che si trova in Argentina e la corsa è stata come una folgorazione, arrivata quando seppe di un gruppo che andava in Patagonia: tutti le raccontavano che si trattava di un posto meraviglioso, Elena voleva andarci e alla fine convinse la figlia. Erano running che avevano come minimo vent'anni in meno di lei. "Ma mi sono subito integrata - racconta - mi hanno subito accettata come se fossi una vecchia compagna". Fino a quel momento Elisa aveva giocato a tennis, prima ancora il volley, quest'ultimo a livello semi-professionista.
"Il tennis è bello, però un po' egoista". Ma la corsa, la maratona, ecco la passione che Elisa ha scoperto dopo i settant'anni. "Correre mi concede sicurezza - aggiunge - e mi ha permesso di uscire di casa. Sono sempre stata molto timida e quando mio marito è morto decisi di rinchiudermi in casa. Ma correndo ho imparato che si può vivere anche in altre maniere. Correre mi ha ridato la vita. E adesso tutte le volte che partecipo a una competizione la gente si avvicina, si congratula con me".
E ora la scalata dell'Aconcagua, quasi settemila metri, con un gruppo di atleti, sono in 12, ognuno dei quali ha superato momenti difficili e li ha trasformati positivamente grazie all'aiuto dello sport. Tra questi anche il cestista Fabricio Oberto, italo-argentino, che nel 2010 dovette lasciare la NBA, giocava a Portland, per aver accusato problemi cardiaci.