Almeno 70 persone sono rimaste uccise in un sospetto attacco chimico a Duma, roccaforte dei ribelli siriani nella Ghuta orientale, alle porte di Damasco. Lo rende noto al Jazeera, riportando le testimonianze dei residenti e degli attivisti. I White Helmets, un gruppo di soccorritori che operano in aree controllate dall'opposizione in Siria, hanno affermato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini. Damasco, riferiscono i media statali, ha però negato l'utilizzo di armi chimiche.

AL JAZEERA E LE DICHIARAZIONI DEL MEDICO VOLONTARIO
Al Jazeera riferisce che Moayed al-Dayrani, un residente di Duma e medico volontario, ha detto che il bilancio delle vittime dovrebbe aumentare. "Al momento stiamo affrontando più di 1.000 casi di persone che hanno difficoltà a respirare dopo che una bomba al cloro è stata sganciata sulla città e il numero di morti probabilmente aumenterà ancora", ha affermato. Le forze filogovernative e i loro alleati venerdì hanno lanciato una massiccia offensiva di terra su Duma, l'ultima roccaforte ribelle rimanente vicino alla capitale. Fonti del governo di Damasco hanno liquidato la notizia di attacco con armi chimiche come un tentativo dei ribelli del gruppo Jaish al-Islam di fermare l'avanzata dell'esercito.

DAMASCO E LA RUSSIA RESPINGONO LE ACCUSE
Sulla stessa lunghezza d'onda le autorità russe, alleate di Damasco, che pure hanno respinto al mittente le accuse circa il presunto utilizzo di armi chimiche da parte delle forze del governo siriano. "Rifiutiamo decisamente queste informazioni", ha detto il generale russo Yuri Yevtushenko, capo del Centro per la riconciliazione siriana del ministero della Difesa russo. "Dopo la liberazione della Duma dai militanti, invieremo degli specialisti per raccogliere le informazioni che dimostreranno la natura inventata di queste dichiarazioni", ha detto Yevtushenko in un briefing con la stampa russa. Secondo l'alto ufficiale russo, citato dall'agenzia di stampa "Sputnik", alcuni Stati occidentali starebbero cercando di ostacolare il ritiro dei militanti del gruppo ribelle Jaish al Islam dalla Duma, facendo leva sul presunto uso di armi chimiche.