Il Senato della Repubblica in rivolta. Bersaglio dei compiti rivoltosi, attenti a non uscire di parte e dal loro brodo, la Giunta per le elezioni. Per farla breve, il solito puntuale pasticcio all’italiana. Una maionese impazzita, visto che di mezzo c’è la politica e ci sono le elezioni.
Le politiche del 2018, che videro tra i candidati a uno scranno di Palazzo Madama un popolare personaggio del mondo dello sport. Il molto chiacchierato Claudio Lotito, proprietario, domus, e presidente della Lazio. Famoso per le sue risposte in latino ai giornalisti e fermo oppositore di quei gruppi di pseudo tifosi, gli ultrà, abituati alla com- mercializzazione del tifo attraverso minacce e ricatti.
Con Lotito non l’hanno però mai spuntata, non hanno preso palla. E questo senz’altro è un titolo di merito per l’imprenditore romano, candidato di Forza Italia al Senato in uno dei Collegi uninominali della Campania, nel 2018. Risultato non eletto, all’indomani delle elezioni Claudio Lotito presenta ricorso. Lui è così, puntiglioso, causitico, tenace, inesauribile combattente a sostegno di quelle che lui ritiene le proprie ragioni. Indipendentemente dal campo, sia esso sportivo, politico, imprenditoriale. Nella fattispecie richiese il riconteggio dei voti. A sostegno della richiesta la proposta di un particolare, originale sistema di assegnazione dei seggi. Ovvero diverso da quello applicato dalla Corte dell’Appello. Lotito è questo, in quanto a soluzioni inedite, personalissime, da mettere in campo è un geniaccio difficilmente contrastabile.
Ma su cosa si basa e com’è articolato il sistema proposto da questo inventore infinito? In sintesi, il popolare e mai amato presidente della Lazio, dirigente comunque in possesso di indubbie notevoli capacità, rivendica per sé il seggio assegnato a un collega di partito, Vincenzo Carbone. La Giunta per le elezioni esamina il ricorso e nota una serie di anomalie e difformità in 457 sezioni su cinquemila. Pietro Grasso è un membro della Giunta: “Addirittura abbiamo rilevato che le schede di alcune sezioni sono state erroneamente distrutte, ma per fortuna sono ancora consultabili le relative tabelle e i relativi verbali di scrutinio”.
Vuoi vedere che quel diavolo di Lotito ha colpito ancora? Affiora il sospetto che possa vincere anche questa volta, come quella in cui riuscì a strappare, con una legge ad hoc, su misura, una rateizzazione quarantennale del gigantesco debito contratto dalla Lazio Calcio con l’Erario. “La Giunta ha proceduto anche al riconteggio di oltre duemilaseicento schede, rettificando quindi i dati”, chiosa il componente Pietro Grasso. Ma Lotito non può gridare ancora vittoria. Il gol non c’è, annullato, cancellato da una sorta di Var. Forzista di antica milizia, il relatore Lucio Malan chiede di visionare schede e voti di altre undici sezioni. La Giunta per le elezioni respinge la richiesta. Il berlusconiano Malan, a quel punto, tira la riga e le somme. Riferisce sui dati in possesso e attribuisce il seggio a Giuseppe De Cristofaro di Leu. Sottosegretario all’Università, pure lui aveva chiesto il seggio di Vincenzo Carbone. Ma la relazione di Malan viene bocciata dal centrodestra compatto e da Italia Viva. Nel frattempo, Carbone ha abbandonato il partito di Berlusconi. Trasloca nel gruppo Italia Viva di Matteo Renzi. Il regolamento prevede in questo caso che venga nominato un nuovo relatore. Il neo nominato Adriano Paroli di Forza Italia presenta una nuova relazione, approvata con undici voti favorevoli, cinque contrari, quattro astenuti. Vengono quindi praticamente accolte tutte le richieste. Scandalo, anomalia, legge ad personam, o che cosa? Protesta Grasso, uno dei componenti della Giunta per le elezioni. Ironia e indignazione nelle sue parole. “È come se al Rosatellum si affiancasse una norma Lotito valida solo in Campania e non per esempio in Puglia”. La ricostruzione del componente Grasso riguarda “la Giunta per le elezioni: dieci giorni fa ha votato esattamente l’opposto proponendo la sostituzione della senatrice Minuto con il ricorrente Boccardi”. Quale sarà il prossimo passo ipotizzabile. La soluzione è unica, non vi sono alternative: la convocazione della cosiddetta “udienza pubblica”, fissata ai primi di dicembre. Lo step successivo è lo spostamento della questione nell’aula di Palazzo Madama. Con questa prospettiva: se nessuno presenterà un ordine del giorno difforme, Carbone uscirà dall’aula, lasciando strada liberà a Claudio Lotito, che diventerà senatore. Sì, la lettura, amici lettori, è corretta: non c’è più religione. In caso di uno o più ordini del giorno, il voto sarà a scrutinio segreto. Procedura corretta o l’ennesimo magheggio della politica? Una cosa lineare non lo è di certo. “Quello che sta accadendo in Giunta per le elezioni al Senato fa letteralmente schifo”, è l’urlo del portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Una questione - puro eufemismo – che va avanti da due anni. “Spero solo che in aula ci sia un sussulto di dignità”. Appunto, almeno quello. Previsioni sull’esito, Claudio Lotito probabile senatore della Repubblica, sembra infatti in ritardo Peppe De Cristofaro, l’avversario in campo. Fratoianni avverte: “Tutto quello che serve sarà fatto. Abbiamo il diritto di sapere quali interessi ci sono dietro queste manovre. Da parte di chi e se Renzi e Italia dei Valori vogliono essere complici di tutto ciò”. Lotito si è creato l’assist, gli manca solo il gol. È una partita deprimente, gente.
Franco Esposito