Dopo oltre un secolo di ricerche, sembra finalmente a portata di mano il 'Santo Graal' dell'efficienza energetica: è stato infatti trovato il primo materiale superconduttore a temperatura ambiente, capace di far fluire l'elettricità senza alcuna resistenza e dunque senza sprechi. Sebbene funzioni solo a pressioni elevatissime, potrebbe aprire la strada ad altri materiali superconduttori più facili da produrre e usare su larga scala, per dare vita a una vera e propria rivoluzione per la tecnologia e l'elettronica.
Per questo la scoperta, fatta dai ricercatori delle università di Rochester e Nevada, ha conquistato la copertina di Nature. Le ricadute potrebbero spaziare dalle reti elettriche per la distribuzione dell'energia ai computer, dai macchinari per la risonanza magnetica fino ai treni a levitazione magnetica. "È una svolta rivoluzionaria", commenta Ashkan Salamat dell'Università del Nevada a Las Vegas. "La scoperta è nuova e la tecnologia è agli albori, ma le possibilità sono infinite".
Il fenomeno della superconduttività è stato osservato per la prima volta nel 1911, ma finora è stato possibile solo a temperature bassissime (prossime a 273 gradi sotto zero) e dunque proibitive per un utilizzo nel mondo reale. Nel 1968, però, è stato teorizzato che l'idrogeno metallico (possibile a pressioni molto elevate) avrebbe potuto rappresentare la chiave di volta.
Oltre 50 anni dopo, i ricercatori coordinati dal fisico Ranga Dias dell'Università di Rochester hanno provato a risolvere questo enigma combinando l'idrogeno con carbonio e zolfo in una cella a incudine di diamante, uno strumento usato per studiare minuscole quantità di materiali a pressioni elevatissime. Sono così riusciti a osservare il fenomeno della superconduttività a una temperatura di 15 gradi, ma a una pressione che è pari a oltre due milioni di volte quella atmosferica. Il prossimo passo sarà quello di provare a stabilizzare il materiale a pressioni inferiori.