Sono 12 blocchi, nel Bronx, un piccolo pezzo di New York che orgogliosamente continua a chiamarsi Little Italy. È un'altra Little Italy, niente a che vedere quella di Mulberry Street, a Manhattan, la più celebre che però ormai da tempo, pur mantenendo il nome ha perso un po' tutte le sue storiche caratteristiche. Sono 12 blocchi, quelli del Bronx, famosi per i formaggi, salumi, tutte le prelibatezze italiane che poi sono diventate americane. Un'oasi.
Sì perchè in mezzo alla crisi, senza fine, di New York City, in particolare proprio quella legata alla gastronomia, a cominciare da Arthur Avenue, il cuore, che con orgoglio si definisce la vera Little Italy comprendendo tutti i 12 blocchi, si sta assistendo a qualcosa di davvero unico. Una invasione che nemmeno nei giorni più 'caldi' di Natale si era mai vista. Quei salumi appesi, quegli odori forti, caratteristica indelebile di Arthur Avenue e dintorni, si sono trasformati in una attrattiva turistica e attorno a salami, prosciutti, formaggi, olive sta crescendo ancora più forte un'attività commerciale che invece in altre parti sta lottando, duramente, per cercare di sopravvivere. Lo ha raccontato anche il New York Post, intervistando i visitatori, i proprietari dei negozi, seguendo lungo quei 12 blocchi la gente che ha scoperto, o riscoperto, un nuovo modo di divertirsi.
"È una attività ricreativa e un modo per uscire di casa - ha spiegato al quotidiano della Big Apple Robert Holliday che risiede nella non lontana Westchester - diventa una escursione per lo shopping. È curioso, come andare a un supermercato o dare un'occhiata nella dispensa di Amazon". Un ritorno al passato? Probabilmente sì. Da Madonia Brothers Bakery, pasticceria e forno che aprì oltre un secolo fa, nel 1918, durante un'altra tristemente celebre pandemia, quella dell'influenza spagnola, raccontano che i clienti hanno ripreso a frequentare le antiche macellerie della zona, le panetterie e i negozi di formaggi già da aprile, maggio. Quando poi, in giugno, i ristoranti di New York hanno ricominciato timidamente a riaprire, quei 12 blocchi del Bronx, insomma l'orgogliosa Little Italy, il distretto aveva già ritrovato lo stesso numero di visitatori che contava prima della pandemia, circa 20.000 al giorno.
L'unico intoppo, è che i negozi, piccoli sullo stesso stile di quelli tradizionali italiani, a causa del COVID sono costretti a limitare il numero di persone all'interno, così all'esterno si formano le file. Casa Della Mozzarella come Vincent's Meat Market, Teitel Brothers che vende olive in un angusto locale, davanti a tutti i piccoli negozi insomma l'attesa di almeno 15-20 minuti adesso è la normalità. E in questo inatteso, e non certo comune boom gastronomico, ecco che si sono aggiunti nuovi locali: da Avenue Gyro a Mediterranean poi Last Call Bar & Grill solo per nominarne alcuni. Altri ancora hanno invece ampliato le proprie sale o raddoppiato i punti vendita: da Clinton Hall a Maria Di Rende's Enzo's Italian eatery. Una crescita che, naturalmente, non ha fatto dimenticare il COVID.
Anche Arthur Avenue e dintorni ha risentito della pandemia, in particolare alcune attività all'ingrosso, ma nei grandi numeri la Little Italy del Bronx rappresenta un caso positivo, probabilmente molto più unico che raro. Adesso la preoccupazione è per l'imminente arrivo dell'inverno che terrà più gente chiusa in casa, anche se la nuova abitudine di affollare le strade con i negozi di alimentari potrà essere solo rallentata, ma non fermata, da un cappotto e una sciarpa. Ma c'è chi ricorda come Arthur Avenue sia sopravvissuta alla spagnola, un secolo fa, poi alla Grande Depressione cominciata nel 1929 e poi durante la recessione del 2008, a differenza di altri luoghi, è riuscita anche a prosperare. Le difficoltà non fermano Little Italy e lo conferma anche Frank Franz, che lì ci vive da tanti anni, proprietario di immobili certo che Little Italy supererà anche il Coronavirus. "Negli anni '60 la gente diceva che il quartiere aveva solo cinque anni di vita - ha ricordato - pensavano che il Bronx sarebbe scomparso, come i quartieri ebraici, irlandesi o tedeschi. Gli italiano invece no, hanno la pelle dura, non si muovono".
di SANDRA ECHENIQUE