L'arrivo del Covid e, di conseguenza, del lockdown nelle sue varie formule ha comportato grandi cambiamenti nella vita delle persone che normalmente si spostano per andare in ufficio. Nella disgrazia, uno dei pochi aspetti ad essere apprezzati era il fermo del pendolarismo: l'enorme, snervante e costoso spreco di tempo quotidiano per andare e venire dal posto di lavoro.
Il fenomeno è caratteristico in tutto il mondo sviluppato ed è molto diffuso in Italia. L'Istat già nel 2019 registrava dati notevoli relativi alle persone che si spostano quotidianamente da e per le principali città: 1,34 milioni ogni giorno a Roma, 650mila persone a Milano, 420mila a Torino, 380mila a Napoli. Secondo un'analisi recente, ci sarebbero 33 milioni di pendolari in Italia, 11 milioni per motivi di studio e 21 milioni per lavoro. Di tutti questi, 5,7 milioni si muovono in treno, gli altri con le diverse forme di trasporto pubblico e privato - ma solo il 2% in bici...
È chiaro che l'avvento dell'home working ha stravolto il quadro, sollevando molte persone dalla necessità di fare il tragitto di sempre. A sorpresa però, col passare del tempo la tremenda spola quotidiana in treno o in macchina comincia ad emergere come uno degli elementi di cui invece - follemente forse - non poche persone sentono la mancanza. C'è perfino l'inatteso dato di una ricerca americana secondo cui nel gruppo d'età dei "relativamente giovani" dai 20 ai 38 anni, ben il 65% dei rispondenti dichiara di sentirne la mancanza.
Certo, negli Usa, la grande maggioranza fa pendolarismo in auto e non conosce le privazioni di chi si sposta ogni giorno con le Ferrovie Nord Milano o di chi si infila in metropolitana con lo stesso spirito della carne che farcisce una salsiccia. È un fenomeno che si è sempre amato odiare, ed è forse per questo che è anche molto studiato, particolarmente sotto l'aspetto degli effetti sulla salute.
Solo per fare una veloce scrematura di questi studi, il pendolarismo farebbe aumentare la pressione sanguigna, il colesterolo e - attraverso livelli più alti di zuccheri nel sangue - accrescerebbe il rischio di diabete e di diverse patologie cardiache e renali. Farebbe ingrassare, anche per il minore tempo da dedicare all'attività fisica. In Inghilterra, una ricerca dell'Office of National Statistics rivela che il pendolarismo "lungo" - più di un'ora al giorno - "aumenta del 33% il rischio di soffrire di depressione" nonché di dormire meno di sette ore la notte e, più in generale, di essere meno felici rispetto alla popolazione generale.
Aggiungiamo poi che fa male non solo alla salute ma anche all'ambiente. Il pendolarismo è, in altre parole, praticamente il male assoluto - e se ne sente la mancanza... Siccome finora lo si è studiato per identificarne i difetti e non i benefici, non è chiaro perché, ma c'è un dato preliminare, puramente aneddotico e non scientifico. È la risposta comune dei nostalgici della spola: "Perché è l'unico momento della giornata che è solo mio"...
di James Hansen