Dietrofront del presidente del Congresso del Guatemala sulla proposta di bilancio 2021 approvata lo scorso mercoledì. Il varo del bilancio da parte della maggioranza che sostiene il governo di destra era stata da subito criticata per i grandi tagli apportati al settore sanitario e alla tutela dei diritti umani.
Il provvedimento ha acceso il fuoco della grande protesta popolare di sabato, quando migliaia di guatemaltechi si sono radunati nella capitale per chiedere il ritiro della proposta di bilancio e le dimissioni del presidente Alejandro Giammattei. Una protesta che è culminata con l'incendio da parte di un gruppo di incappucciati di una parte del parlamento.
Giammattei aveva vinto capeggiando una formazione di destra con la promessa di arrecare prosperità, sicurezza, lotta alla corruzione e il ritorno alla pena di morte per far fronte alla violenza che dilaga nel paese, da cui negli ultimi anni migliaia di persone sono emigrate verso gli Stati Uniti.
Antiabortista e contro il matrimonio omosessuale, ha contato sull'appoggio del capitale privato e sulla capacità di autoregolamentazione del mercato, esprimendo convinzioni neoliberiste che non lo differenziano dal suo predecessore, che di certo non ha lasciato di sé un buon ricordo.
Mentre il suo indice di popolarità era al 56 per cento al momento dell'assunzione della presidenza lo scorso gennaio, ora può contare solo su un 30 per cento di appoggio, secondo quanto riportava un sondaggio fatto lo scorso luglio dall'istituto messicano Mitofsky.
Gli scarsi risultati del suo governo e una gestione lacunosa dell'epidemia di Covid-19, hanno alla fine aggravato i problemi del Guatemala dove il 60% della popolazione già viveva in povertà e dove la denutrizione colpisce quasi la metà dei bambini minori di cinque anni.
Una situazione di crollo di fiducia che è stata accentuata dalla richiesta del suo vice Guillermo Castillo, che ha chiesto a Giammattei di non approvare il bilancio, e che venerdì scorso ha proposto che entrambi rinunciassero alle loro cariche per il bene del Paese e per lasciare il posto a "nuove persone che vengano a prendere le decisioni più importanti".
Per tutta risposta Giammattei, di fronte agli scontri di piazza registratisi a Città del Guatemala, ha invocato la Carta Democratica Interamericana, grazie alla quale ha deciso di sollecitare l'appoggio internazionale in uno scontro che legge come una minaccia alla conservazione della stessa democrazia nel Paese e non l'esplosione di un malessere sociale dovuto all'imperante corruzione e a scelte di politica economica che favoriscono le industrie private a scapito del sostegno alla lotta alla povertà e all'epidemia.
Riguardo la lotta al Coronavirus, numerose sono state le denunce di carenze negli ospedali e nella distribuzione di risorse economiche destinate a sostenere una popolazione che nella sua stragrande maggioranza vive di un'economia informale.
Oltre a quelle, altrettanto numerose, che riguardano la corruzione registratasi nella lotta all'epidemia, venendo il Guatemala subito dopo Venezuela, Haiti e Nicaragua nella non invidiabile graduatoria dei Paesi più corrotti dell'America Latina. Nel mentre, con una popolazione di poco superiore ai 17 milioni di abitanti, i casi confermati di Covid-19 sono stati quasi 120mila e i morti più di 4mila.
Pur avendo promesso di farla finita con la corruzione, da quando Alejandro Giammattei ha assunto la presidenza del Guatemala la situazione non è sembrata migliorare, generando un diffuso sentimento di stanchezza nella gente, desiderosa di un cambiamento e di provvedimenti efficaci in campo sanitario.
In tale prospettiva, in un bilancio di poco meno di 13 miliardi di dollari, le somme che erano state destinate agli ospedali e all'educazione sono sembrate insufficienti rispetto a quanto veniva assegnato per infrastrutture al settore privato, già in passato resosi colpevole di gravi casi di corruzione.
E ha fatto sì che il Guatemala si allineasse ad altri Paesi dell'America Latina - come Ecuador e Cile solo per fare qualche nome – dove lo scontro sociale è esploso nel recente passato a causa delle grandi disparità sociali esistenti, contribuendo ad aumentare la già considerevole instabilità politica di cui l'area geografica soffre.
di Claudio Madricardo