La tecnologia e la maestria dei cantieri navali italiani è sempre stata apprezzata nel mondo militare ed anche la storia della piccola Marina del Paraguay lo dimostra. Personaggio chiave di questa storia è il Paraguagio/Italo/Argentino Capitan de Navio Josè Alfredo Bozzano Baglietto, nato ad Asuncion il 7 dicembre 1895 e morto sempre in Asuncion il 14 dicembre 1969.
Il padre era l'armatore genovese Giuseppe Bozzano, mentre la madre l'argentina Benedicta Baglietto, cugina prima di Pietro Baglietto (detto il Muntagnin) fondatore dei Cantieri Baglietto di Varazze, ancora oggi aperti dopo 160 anni e costruttori di yachts di lusso.
Bozzano Baglietto, dopo studi di legge, entra alla Scuola Navale e si laurea in ingegneria al MIT di Cambridge - MA (USA). Tornato in Patria, trova il Paese conflittuale con la Bolivia per il possesso della regione del Chaco, nella quale si riteneva che ci fossero larghe riserve di petrolio.
Pertanto il Bozzano, per la sua conoscenza dell'italiano, fu mandato in Italia nel 1928 per progettare e seguire la costruzione di due innovative cannoniere fluviali che al tempo erano le più potenti al mondo. Il cantiere OTO (Odero-Terni-Orlando) di Genova fu incaricato della costruzione che portò a termine per entrambe le navi nel 1931.
Le due navi misuravano 70 metri di lunghezza, 10 mt di larghezza, un pescaggio di 1.7 metri , tonnellaggio di 850 tonn, due turbime a vapore per 3800 shp, una velocità max di 18 nodi e una autonomia di 1700 miglia a 16 nodi. L'equipaggio era di 86 uomini ma poteva trasportare fino a 1400 militari equipaggiati.
Con una ardita costruzione provvisoria, le due unità furono munite di false carene che permisero di navigare in mare aperto fino ad Asuncion, passando da Gibilterra. Le due cannoniere stupivano per la dotazione artiglieristica, basata su 4 pezzi in torri binate Ansaldo da 120 mm, 3 sistemi singoli Ansaldo da 76 mm antiaerei e antinave, 2 mitragliatrici Vickers da 40 mm antiaeree e un sistema per lo scarico di 6 mine a poppa.
Telemetri di tiro abbastanza avanzati per l'epoca erano collocati a poppa e prua e sull'albero a tripode, lo stesso armamento dei cacciatorpedinieri italiani classe Turbine e Freccia, costruiti però con diversi fini operativi e di dimensioni molto maggiori.
Ho visitato le due unità negli anni passati ad Asuncion e, come si mette piede a bordo, ritorni indietro di 90 anni, perché nulla all'interno è stato modificato. La cannoniera Paraguay è ancora operativa mentre l'Humaità sta per essere trasformata in museo navigante.
Penso con tristezza che, mentre nel mondo le Marine conservano gelosamente le navi militari impiegate in Flotta nel passato, in Italia nulla è stato fatto con l'eccezione del sommergibile Toti al Museo della Tecnica di Milano, quasi ci si vergognasse di mostrare alle nuove generazioni che la storia non la scrive solo chi vince le guerre. Ma torniamo alla consegna delle due unità.
Partite da Genova il 19 aprile 1931 con un equipaggio misto Italiano e Paraguagio, durante la sosta a Gibilterra per rifornimento, furono omaggiate dalla corazzata inglese HMS Renown (di 32000 tonn) proseguendo per Buenos Aires dove l'equipaggio italiano fu sostituito da altro paraguayo. Arrivando in Montevideo, la falsa chiglia provvisoria fu smontata e le due navi continuarono la navigazione via fiume fino ad Asuncion dove giunsero il 5 maggio 1931.
Scoppiata la guerra del Chaco, nel luglio del 1931 l'Humaità fece la prima operazione bellica trasportando riservisti fino a Puerto Casado e, nei tre anni della sanguinosa guerra, le due unità trasportarono complessivamente 51,867 uomini (Paraguay) e 62,546 uomini (Humaità), rispondendo agli attacchi aerei dei boliviani, danneggiandone alcuni a Puerto Leda il 22 dicembre 1932.
Durante la Guerra Civile del 1947 con la Presidenza di Higinio Morinigo, presero parte anche ad azioni di contrasto dei rivoltosi e nel 1955 il Paraguay accolse a bordo il Presidente Peron fuggitivo verso l'esilio.
L'ultimo episodio significativo fu il 3 febbraio 1989 quando, insieme alle due navi Cabral e Itaipu, iniziarono un cannoneggiamento contro le truppe fedeli al Presidente Stroessner che si dimise.
La Armada ora ha estremamente bisogno di nuove unità in quanto l'importanza del controllo delle vie d'acqua del Paese e' fondamentale per l'economia del Paraguay.
Anche in questo caso dal 2011 cantieri italiani hanno proposto delle soluzioni praticabili e che avrebbero potuto risolvere i problemi, ma fino ad ora il potere politico ha sempre ignorato il problema, limitandosi a rilasciare lettere di intenti che non si sono mai concretizzate in un ordine.
Ma i cantieri italiani sono tenaci , specialmente quelli privati e non escludo che questa tendenza possa essere rovesciata, magari con finanziamenti che consentirebbero alla Armada di spalmare il debito in molti anni.
A. P.