Una notizia, questa, tutto sommato plausibile. L'emergenza legata all'emergenza del Coronavirus fa esplodere il risparmio precauzionale: i depositi bancari crescono di 126 miliardi nei 12 mesi terminanti in settembre, nonostante una riduzione del Pil che dovrebbe essere valutata in circa 168 miliardi (122 dei quali già accertati nei primi nove mesi dell’anno) e la propensione al risparmio si impenna dall’11,8 al 20 per cento del reddito. È quanto emerge dall'indagine sul Risparmio e le scelte finanziarie degli italiani nel 2020 curata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e dal Centro Einaudi. Inoltre una famiglia italiana su due è costretta a ricorrere ai risparmi per far fronte alle difficoltà. Solo il 10,2 per cento attinge in misura significativa ai propri risparmi; il 15,3 per cento vede le entrate ridursi significativamente o addirittura azzerarsi (3,1 per cento); il 19,4 per cento ha chiesto e ottenuto aiuti economici. I dati confermano che la crisi sanitaria è diventata una crisi economica profonda per il 3,1 per cento di un campione di 936 italiani: 600 mila famiglie potenzialmente in difficoltà. La quota di coloro che investono una parte rilevante del proprio patrimonio (sopra il 30%) in obbligazioni è in costante calo dal 2015: i tassi a zero spingono sempre più obbligazionisti a cercare nuovi investimenti o ad attendere liquidi tempi migliori per questo tipo di investimenti.