Ci sono tanti modi per ricordare il passato, i sacrifici degli emigranti. A Tampa ne è stato scelto uno sicuramente particolare: un ristorante. Qual è la storia? Si deve andare indietro nel tempo, alla fine dell'800 quando da Santo Stefano Quisquina, paese siciliano in provincia di Agrigento, oggi nemmeno 5.000 abitanti, cominciò l'esodo verso gli Stati Uniti. All'epoca da un po' ogni angolo della Sicilia e dell'Italia più in generale, si vedeva l'altra parte dell'Atlantico come l'unica speranza di trovare una vita migliore. Gli emigranti quisquinesi si ritrovarono però tutti o quasi in Florida, a Tampa: tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, rappresentavano il 60% dei siciliani arrivati lì, tutti o quasi a Ybor City, uno dei quartieri più importanti della città.
Un fenomeno di immigrazione, integrazione e sviluppo molto particolare quello degli italiani, siciliani di Tampa. E il rapporto tra Tampa e Santo Stefano Quisquina si è rafforzato nel tempo, un esempio, non l'unico, la visita nel 2018 dell'allora sindaco della città statunitense, Bob Buckhorn, accompagnato da un numeroso gruppo di italo-americani le cui famiglie hanno le radici in quella zona della provincia di Agrigento. Se quando si parla di immigrazione italiana negli Stati Uniti si fa riferimento subito a New York, raramente si accenna alla Florida e a Tampa in particolare che invece ha rappresentato un'esperienza per certi versi senza eguali. Da quei primi giorni siciliani a Tampa è passato ormai più di un secolo, ma nessuno se n'è dimenticato.
In particolare ora Richard Gonzmart. Origini siciliane? No, quarta generazione di una famiglia colombiana, ma da ristoratore e ancor più da abitante di Tampa, la storia della città la conosce bene e adesso l'ha voluta traslare nel suo ultimo ristorante. L'ha aperto un mese fa: si chiama 'Casa Santo Stefano' , nome appositamente voluto per rievocare la storia degli emigranti quisquinesi. Un omaggio, un tributo a quei sacrifici, un ristorante per la cui realizzazione ci sono voluti alcuni anni. A cominciare dalla location. Si trova infatti in un edificio di Ybor City finalmente ristrutturato, che una volta era uno stabilimento di pasta, 'Ferlita Macaroni'.
Giuseppe Ferlita, siciliano emigrato a Tampa nel 1905, aveva cominciato a seccare i suoi maccheroni nel giardino di casa, poi il successo della sua azienda e il trasferimento nel nuovo edificio, erano l'inizio degli anni '20. Lì c'è rimasto fino al 1946 e quei mattoni sono diventati un piccolo simbolo anche se per anni abbandonati. Poi il rifacimento e ora la sede del ristorante che anche all'interno ripropone un po' di storia locale: manufatti recuperati, opere d'arte alle pareti, ceramiche, piatti, ogni aspetto diventa una piccola parte di una grande storia da raccontare.
L'idea ha cominciato a svilupparsi nel 2014 quando Mr. Gonzmart ha acquistato l'edificio. Poi due anni dopo ha assunto un noto chef italiano, Alessio Selleri (nato a Campi Salentina in provincia di Lecce, una grande esperienza internazionale) per cominciare a creare il menù che doveva rappresentare la sua visione. Così dal 2016, in attesa dell'apertura, per quattro anni Selleri ha lavorato esclusivamente sul menù, mentre il ristorante stava nascendo grazie anche a diversi viaggi effettuati dal proprietario e il suo team in Italia, in Sicilia e ovviamente a Santo Stefano Quisquina. E alla fine, radicato nella tradizione siciliana, il menù di Selleri rappresenta quello che Mr. Gonzmart definisce 'Tampa Sicilian' con alcuni piatti che sono un omaggio alle amicizie italiane d'infanzia del proprietario di 'Casa Santo Stefano'.
"Alla fine - ha sottolineato - questo è tutto un ricordo". Le particolarità non finiscono qui, anzi cominciano dai 'Bucatini con le sarde' che vuole essere un marchio della cucina italiana meridionale a Tampa, ma sono tanti i prodotti che il ristorante importa direttamente anche dall'agrigentino. Dai formaggi all'olio di oliva per finire ai vini: sono tutti della Sicilia. "Quando mangi siciliano - dice Gonzmart - devi bere siciliano" e nel suo ristorante lo si può fare mentre si osservano sulle pareti foto di Santo Stefano Quisquina, ma anche di un grande monumento della prima Guerra Mondiale che comprende i nomi di numerose famiglie siciliane emigrate a Ybor City. E in attesa di una normalità che potrà arrivare solo nel post COVID-19, l'attività a 'Casa Santo Stefano' è già cominciata: "È un bellissimo lavori in corso" l'ha definito Richard Gonzmart.
Sandra Echenique