Per chi soffre di diabete non basta tenere sotto controllo solo la glicemia. Ancora oggi, le malattie cardiovascolari e renali rappresentano le principali cause di mortalità e morbilità nelle persone con diabete di tipo 2: il diabete aumenta di 2-4 volte il rischio di malattia coronarica e di ictus e circa il 60% circa della mortalità nella persona con diabete è dovuta a malattia cardiovascolare. Inoltre, il 30-40% dei pazienti presentano un danno renale diabete-correlato.
Questo il tema oggetto del secondo percorso formativo “Diabete, cuore, rene: tre problemi, un problema”, organizzato dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) con il supporto incondizionato di Mundipharma e Takeda. Il percorso rientra nel programma di certificazione delle competenze del diabetologo, relativamente al profilo professionale “Medico diabetologo esperto in gestione delle complicanze cardiovascolari con diabete di tipo 2”.
Il diabete rappresenta un fattore di rischio indipendente (cioè di per sé decisivo, a prescindere dalla presenza di altri fattori) per l’insorgenza di malattie cardiovascolari e renali. Per questo motivo, è fondamentale approcciarsi alla patologia a 360°, per ridurre il rischio che si sviluppino complicanze. Oggi la diabetologia ha a disposizione nuovi strumenti terapeutici dalla comprovata efficacia clinica per il trattamento del diabete di tipo 2, in grado di ridurre significativamente il rischio cardio-renale, con notevoli benefici di salute, in particolare per i pazienti maggiormente esposti al rischio di complicanze.
“L’inquadramento inziale del paziente è fondamentale per la personalizzazione della strategia di cura e non può prescindere dalla verifica e valutazione della presenza di complicanze in atto o silenti, al pari di fattori di rischio cardio-renali - spiega Franco Tuccinardi, Responsabile scientifico del percorso formativo AMD. L’approccio globale alla patologia diabetica, insieme alla responsabilizzazione del paziente che presenta fattori di rischio (obesità, familiarità, predisposizione genetica) e alla disponibilità di farmaci innovativi, può aiutare il diabetologo a fare prevenzione e a ridurre il rischio cardiovascolare e renale nelle persone con diabete, che ricordiamo, rappresentano le principali cause di morbilità e mortalità in questi soggetti”.
“Il progetto di formazione e di certificazione delle competenze rappresenta il principale investimento strategico di AMD. Questo percorso, al pari degli altri che verranno attivati nei prossimi mesi, offre l’opportunità al professionista diabetologo di ampliare il proprio expertise per dar luogo a miglioramenti tangibili in termini di salute delle persone con diabete. È un progetto che ci rende particolarmente orgogliosi perché, grazie al coinvolgimento di un Ente terzo e indipendente sotto l’egida di Accredia – l’Ente Unico nazionale di accreditamento – i diabetologi saranno i primi professionisti della salute in Italia a ottenere un riconoscimento, formale e sostanziale, delle proprie competenze” spiega Paolo Di Bartolo, Presidente AMD.