di Caterina Galloni
E’ quanto emerge da un nuovo studio, pubblicato su arXiv, che per mappare la nascita e la morte della vita intelligente nella via Lattea, ha utilizzato l’astronomia moderna e la modellazione statistica.
I risultati equivalgono a un aggiornamento più preciso del 2020 di una famosa equazione che Frank Drake, il fondatore di Search for Extraterrestrial Intelligence, scrisse nel 1961.
Via Lattea e civiltà scomparse: l’equazione di Drake
L’equazione di Drake, resa popolare dal fisico Carl Sagan nella sua miniserie “Cosmos“, si basava su una serie di variabili misteriose, come la prevalenza dei pianeti nell’universo, quindi una questione aperta.
Il nuovo studio, in attesa di revisione tra pari, elaborato da tre fisici del Caltech è molto più pratico.
Indica dove e quando è più probabile che la vita avvenga nella Via Lattea e identifica il fattore più importante che influenza la sua prevalenza: la tendenza delle creature intelligenti all’autoannientamento.
“Dai tempi di Carl Sagan, ci sono state molte ricerche”, ha detto il coautore dello studio Jonathan H. Jiang, astrofisico presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Caltech.
“Soprattutto dopo il telescopio spaziale Hubble e il telescopio spaziale Kepler, abbiamo molte conoscenze sulle densità di gas e stelle nella galassia della Via Lattea, sui tassi di formazione stellare, sulla formazione di esopianeti, sul tasso di esplosioni di supernova”.
Via Lattea: i fattori utili allo sviluppo della vita
Gli autori dello studio hanno esaminato una serie di fattori che potrebbero essere importanti per lo sviluppo della vita, come la presenza di stelle simili al Sole, il posizionamento di pianeti nelle zone abitabili, la probabilità e il tempo necessario affinché la vita intelligente si evolva e la possibile tendenza delle civiltà avanzate ad autoannientarsi.
Modellando l’evoluzione della Via Lattea nel tempo tenendo presenti questi fattori, hanno scoperto che la vita potrebbe essere già emersa a circa 13.000 anni luce dal centro galattico e 8 miliardi di anni dopo la formazione della galassia.
La Terra, in confronto, dista circa 25.000 anni luce dal centro galattico e la civiltà umana è sorta sulla superficie del pianeta circa 13,5 miliardi di anni dopo la formazione della Via Lattea (sebbene la vita semplice sia emersa subito dopo la formazione del pianeta).
La Terra è una civiltà di frontiera nella galassia
In altre parole, siamo probabilmente una civiltà di frontiera in termini di geografia galattica e ritardatari rispetto alla scena degli abitanti intelligenti della Via Lattea.
Ma, supponendo che la vita nasca ragionevolmente spesso e alla fine diventi intelligente, probabilmente ci sono altre civiltà là fuori, per lo più raggruppate attorno a quella fascia di 13.000 anni luce, principalmente a causa della prevalenza di stelle simili al Sole.
Secondo i ricercatori, anche se la galassia ha raggiunto il suo picco di civiltà più di 5 miliardi di anni fa, la maggior parte delle civiltà si sono probabilmente autoannientate. Ma quanto spesso le civiltà si autoannientano?
Anche una possibilità incredibilmente bassa che una civiltà si elimini da sola in un dato secolo, significherebbe che la stragrande maggioranza delle civiltà di punta della Via Lattea sarebbero già scomparse.