Un documentario che vuole ricordare un'esperienza di aiuto straordinario, specie in tempi di guerra. È 'Die Kinder der Villa Emma', l'opera del regista Aldo Zappalà che l'Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera ha in programma per il 27 gennaio prossimo, Giorno della Memoria, alle 18.30 sulla sua pagina Facebook.
La storia è quella dell'accoglienza di quarantuno bambini ebrei nel 1942 da parte della comunità di Nonantola. La costruzione in cui furono ospitati è Villa Emma, che si trova a circa due km da Nonantola, in direzione Modena. Costruita nel 1890 dall'architetto modenese Vincenzo Maestri, come residenza estiva del comandante Carlo Sacerdoti, che la donò alla moglie Emma Coen, nel luglio 1942 la villa vuota fu affittata dall'organizzazione umanitaria ebraica Delasem e accolse un gruppo di quarantuno bambini ebrei che erano stati portati a Zagabria dalla Germania e dall'Austria dall'ebrea berlinese Recha Freier.
Dopo l'occupazione tedesca, i bambini furono portati dal leader del gruppo Josef Indig Ithai prima nella Slovenia occupata dall'Italia e da lì - con l'aumento dell'attività partigiana - a Nonantola. Nonostante le leggi razziali emanate nel 1938, la popolazione accolse molto calorosamente i bambini nella comunità. Il documentario si conclude qui ma l'attività di Villa Emma è proseguita.
Dal 2004, infatti, è nata la Fondazione Villa Emma che, ispirandosi alla vicenda di solidarietà che sessant’anni prima aveva portato la comunità di Nonantola ad accogliere e dare soccorso a ragazzi e giovani ebrei alla ricerca di un rifugio in Italia, promuove ricerche storiche, incontri con le scuole, attività di formazione e iniziative culturali. La Fondazione è impegnata, inoltre a sensibilizzare sulla condizione di bambini e ragazzi, mettendosi in ascolto di quanti oggi s’incamminano lungo le strade del mondo, alla ricerca di nuove opportunità e di una vita al riparo dalle violenze.