Con quasi una valanga ogni tre giorni è allarme in montagna per effetto delle intense precipitazioni e dell’instabilità del manto nevoso, mentre in pianura preoccupa il livello dei fiumi con esondazioni e allagamenti. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati ESWD, la banca dati europea degli eventi meteo estremi nel mese di gennaio in relazione alla nuova allerta della protezione civile da nord a sud.
Con l’alternanza delle condizioni del tempo, le successive precipitazioni nevose – sottolinea la Coldiretti – si sono depositate in vari strati sovrapposti le cui differenze meccaniche e fisiche associate alle pendenze del terreno determinano l’instabilità del manto. Il nuovo anno inizia dopo un 2020 che è stato segnato dalla caduta del 15% di acqua in meno con una temperatura di oltre un grado (+1,04 gradi) più elevata della media storica a conferma della tendenza ai cambiamenti climatici, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr.
Ora le precipitazioni non stop del mese di gennaio – continua la Coldiretti – si sono abbattute su un territorio in cui lungo la Penisola sono ben 91,3% i comuni italiani che hanno parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico secondo Ispra. Il risultato sono frane e smottamenti diffusi ed allagamenti con milioni di euro di danni nelle campagne dove sono finiti sott’acqua aree golenali ma anche terreni coltivati a grano, orzo oltre ed erba medica con la necessità di provvedere nuovamente alle semine.
Si pagano gli effetti – conclude la Coldiretti – dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.