Durante la Seconda Guerra Mondiale, nell’attuare il folle piano di deportazione ed eliminazione del popolo ebraico, il III Reich chiese la collaborazione di Governi alleati e amici e in molti casi la ottenne.
L’Italia ebbe le sue responsabilità, ma alcuni italiani trovarono il coraggio di denunciare il comportamento di chi scelse di associarsi agli agenti nazisti. Il telespresso inviato dall’allora Console italiano a Skopje, Roberto Venturini, rappresenta una denuncia della brutalità delle deportazioni.
Documenti e testimonianze di epoca successiva raccontano come il Console, agendo oltre il proprio mandato istituzionale, riuscì a salvare dal campo di concentramento alcuni ebrei di cittadinanza italiana e spagnola. L’esempio di Venturini, e di tanti altri, testimonia come anche nelle ore più buie della storia la coscienza dei singoli può servire a costruire un argine all’inumanità e all’ingiustizia.