In una lettera aperta Fiorella Cario ha comunicato Urbi et Orbi la sua decisione di rassegnare le dimissioni dopo essere stata assunta dal Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires, guarda caso proprio dopo che in Italia era partita la caccia ai senatori ‘responsabili’ per dar vita al terzo governo Conte. Senatore, difatti, lo è il fratello della Cario, Adriano. Una strana coincidenza, non c’è che dire. La signora Fiorella, nella sua epistola, dice che è stata regolarmente assunta da un’agenzia interinale tramite la quale il Consolato svolge le assunzioni stesse. Un lavoro che comunque ella definisce “temporaneo, monotono e a basso stipendio”. E su quest’ultimo punto, non ci piove: parliamo di 65 euro al mese, 13.000 pesos. E già su questo punto qualche dubbio può venire in mente: perché accettare un posto a questa cifra alquanto risibile? Valeva davvero la pena accettare in un momento ‘delicato’ per il fratello senatore questa proposta, o magari l’importante era comunque entrare nel Consolato di riffa o di raffa e poi Dio vede e provvede?
E se tutto é in ordine perché ora si dimette???????
Nella sua lettera, la Cario esprime poi giudizi non lusinghieri nei confronti di “alcuni politici e giornalisti abituati ad azionare la macchina del fango”. Facendo, evidentemente, riferimento al quotidiano ‘La Repubblica’ e a noi di ‘Gente d’Italia’ che abbiamo avuto l’ardire di scrivere della sua persona. Innanzitutto invitiamo la signora a entrare nello specifico quando parla di giornalisti abituati ad azionare la macchina del fango: faccia nomi, cognomi ed esempi anziché scrivere a sproposito e sprecare inchiostro. Forse non lo sa, ma le parole hanno un peso specifico e vanno misurate. Veniamo anche messi alla gogna dalla Cario perché abbiamo “addirittura reso pubblica la mia immagine con indegna impunità”. Beh, ci viene da dire alla signora, che noi non vendiamo fiori o caramelle e in linea generale, chi legge i giornali avrà notato che di solito i pezzi sono corredati da immagini, magari proprio con la protagonista dell’articolo. Non ci sembra che ella sia stata ripresa in bagno, in cucina o a far la spesa, ma seduta a un tavolo con alcuni politici nel corso di un incontro, tra cui il presidente del Maie Ricardo Merlo. Non abbiamo fatto che il nostro lavoro: raccontare di una strana coincidenza che per noi rimane tale, ripresa anche da uno dei quotidiani più importanti d’Italia e d’Europa come ‘La Repubblica’. Per la Cario invece si è trattato di una campagna denigratoria contro il fratello. Chiamasi diritto di cronaca, sono i lettori poi a ragionare con la propria testa e a farsi un’idea sull’accaduto. Stop.
Come chiosa finale, la Cario dichiara di aver iniziato azioni legali per diffamazione (di cosa poi non si sa, abbiamo racconta la cronaca dei fatti) verso quei quotidiani che utilizzano prassi estorsive. Ci dispiace, ma l’azione legale di certo la faremo noi de ‘La Gente d’Italia’ nei suoi confronti. Ci ha dato degli estorsori, aggiungendo l’utilizzo sistemico e organizzato di tale reato. Lo dimostri con i fatti, non a chiacchiere immolandosi a vittima sacrificale (per 65 euro al mese poi…). Noi non siamo abituati a metodi che di solito utilizza la 'ndrangheta (a questa siamo stati paragonati dalla Fiorella Cario). Probabilmente la signora avrà scritto la sua lettera d’impeto. Ma i cronisti vivono di parole che vanno pesate e ponderate. Cosa che non ha fatto Fiorella Cario. I nostri avvocati hanno giá inoltrato regolare denuncia alla Procura della Repubblica di Roma per diffamazione aggravata...