La netta sensazione è che alla fine Mario Draghi riuscirà ad avere i voti necessari per formare un nuovo governo, nonostante l’incredibile e poco comprensibile ritrosia del MoVimento 5 Stelle, oramai messo all’angolo, ma che alle 19 si riunirà con il Partito democratico e LeU per fare il punto della situazione.

Di certo il segretario democratico Nicola Zingaretti è stato più che chiaro, per lui bisogna stare al fianco del grande economista: “Draghi – le sue parole - è una personalità di grande prestigio, di grande forza, è sicuramente una risorsa italiana apprezzata nel mondo. Io credo che possa portare l'Italia fuori dall'incertezza della crisi di governo. Ha iniziato a interloquire con il Paese nella maniera corretta”. Non la pensa così il capo politico grillino Vito Crimi: “Oggi ci ritroviamo con un governo tecnico. Mettete da parte Draghi, al di là della persona, pensate a un governo tecnico che è freddo e calcolatore. Per qualunque misura a livello parlamentare si deve sempre o comunque passare da noi. Questo è un patrimonio che non dobbiamo disperdere, noi siamo determinanti anche nel caso in cui dovesse nascere questo governo. Se non possiamo far nascere un governo tecnico noi possiamo però essere determinanti nelle scelte, su qualunque cosa”.

Sulla stessa linea Stefano Patuanelli, il ministro per lo Sviluppo Economico uscente: “Noi siamo una Repubblica parlamentare, dobbiamo continuare a fare politica per il bene del Paese e per questo ci serve un governo politico. Mattarella è stato molto chiaro, lo spettro delle elezioni è reale. Quindi calma e sangue freddo, senza di noi non può esserci un governo perché siamo il gruppo più numeroso in Parlamento e noi riteniamo serva un governo politico”.

Contro un esecutivo tecnico anche Alessandro Di Battista: “Quel che penso è che il governo Draghi lo debbano votare, semmai, i rappresentanti dell'establishment. Lo voti la Meloni che ha già detto sì, in passato, a governi tecnici e a leggi Fornero. Lo voti mezzo Pd che ha lavorato incessantemente per buttare giù Conte. Lo voti Salvini, ennesimo pezzo di arredamento del sistema mascherato. Lo voti Renzi, mero esecutore di ordini altrui”. A proposito, per l’ex premier “Draghi va sostenuto, è l'ora dei costruttori”.