Di buon mattino Mario Draghi ha lasciato la sua abitazione di Città della Pieve, in Umbria, e si è diretto verso la Capitale. Il presidente del Consiglio incaricato è arrivato alla Camera qualche minuto dopo le 11. L'agenda è fittissima.
Nel pomeriggio, infatti, sono iniziate le consultazioni con i partiti politici. Tanti i nodi da sciogliere, dal totoministri alle cariche da assegnare, in vista della fiducia. Chi ha fatto sapere che appoggerà Draghi a scatola chiusa è Forza Italia. "Disponibilità totale" ad ascoltare le proposte del premier incaricato è stata ribadita dal portavoce dei gruppi parlamentari di FI, Giorgio Mulè.
Ancor più perentorio il diktat di Silvio Berlusconi: "La scelta del Presidente della Repubblica di conferire a Mario Draghi l'incarico di formare il nuovo governo va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l'unità sostanziale delle migliori energie del Paese".
Restano alla finestra, invece, i Cinque Stelle, sempre divisi tra i fedelissimi a Conte e quelli più propensi ad appoggiare, per senso di responsabilità, il "governo di alto profilo" invocato da Mattarella. Il rischio di una scissione è dietro l'angolo.
L'INCONTRO CON I PARTITI MINORI
Draghi ha ricevuto i rappresentanti di Azione, +Europa, Radicali italiani del Gruppo Misto Camera e quelli di +Europa, Azione del Gruppo Misto Senato. “Pieno e incondizionato sostegno” ha incassato da parte di Carlo Calenda, leader di Azione. E appoggio pieno anche da parte di Emma Bonino.