Chi ha ragione e chi torto? Il Pd, che prova a "stanare" la Lega tirandole simbolicamente l'orecchio per farle capire che sì, sull'Europa "ora ci dà ragione" (Nicola Zingaretti dixit) oppure il Carroccio, che tramite Matteo Salvini, preferisce tirare dritto parlando di "pragmatismo"? Proviamo a riannodare il discorso, considerando che i due leader di partito hanno rilasciato dichiarazioni sempre riferendosi all'appoggio che entrambi, sia pur da sponde opposte, si accingono a dare al nascente governo Draghi.
ZINGARETTI: LEGA CI DA' RAGIONE
Ospite di "Mezz'ora in più", in onda su Rai3, ci pensa il leader del Nazareno a dare fuoco alle polveri. "Non c'è dubbio che è una novità: Salvini ha dato ragione al Pd, non ci siamo scostati noi" attacca il segretario Dem. Tutti, incalza ancora: "possono riconoscere che l'idea di risolvere i problemi distruggendo l'Europa era fallimentare". Per Zingaretti, insomma, "si apre una fase nuova, non c'è dubbio: vedremo le coerenze". "Ho visto scricchiolare il progetto politico per cui il nuovo era un attacco alle democrazie occidentali e la morte dell'Europa", conclude il segretario del partito democratico.
SALVINI: NON FACCIO PARTIRE GOVERNO PER VENDETTA
Ma "non faccio partire un governo per vendetta nei confronti di qualcuno, o per togliermi delle soddisfazioni" è la replica, indiretta, del leader leghista il quale si è auspicato che "si sommino i voti di tutte le forze che daranno vita a questo governo". Un esecutivo chiamato a dare risposte su temi tanto decisivi che "spero che il governo, se andrà a nascere, non si divida in fazioni tra destra e sinistra", ha chiosato ancora l'ex titolare del Viminale.
IO ANTIEUROPEISTA? NO, SONO PRAGMATICO
Poi, come a voler rintuzzare l'affondo zingarettiano "lascio volentieri a altri le etichette di europeista o anti europeista. Io sono una persona molto pragmatica, molto concreta" è la replica di Salvini. "Se nei prossimi mesi - e di questo abbiamo parlato con Draghi, non di storia o di geografia - si parlerà di tasse e di burocrazia, di come far ripartire i cantieri fermi e dare un po' di respiro alle famiglie, ai commercianti e agli imprenditori, io ci sto" prosegue il segretario leghista. Infine, a chi gli chiede se sia intenzionato o meno ad entrare nel governo, magari con una poltrona ministeriale, il senatore lombardo taglia corto: "L'ultima mia preoccupazione è il totoministri e la spartizione di poltrone. Aspettiamo le proposte del professor Draghi e vedremo".