di Enrico Pirondini
Italia al monte di pietà, Monti ce lo aveva promesso, ultimo sfregio la pandemia e i lockdown di Conte: boom di cittadini al Monte dei pegni. In tutte le città. Affide, leader in campo europeo del credito su pegno (43 filiali in Italia), certifica un incremento del 30%.
Cioè: circa 300.000 persone si presentano agli sportelli, ogni anno, chiedendo un piccolo prestito. In cambio (in pegno) consegnano quel che possono, quello che sono riusciti a trovare raschiando il barile di casa.
Oro, argento, diamanti, l’orologio del nonno, l’anello di famiglia, la spilla floreale della zia, gli orecchini regalati da papà.
Offrono di tutto. Devono arrivare a fine mese. Altrimenti non ce la fanno. Tasse e bollette sono diventate un macigno. E allora, per tirare avanti – per sopravvivere – non resta che salire il Monte, vendere i ricordi. E fare una lunga coda (silenziosa, imbarazzante, certamente spiacevole e incresciosa). Siamo arrivati a 150 polizze al giorno, il doppio a Natale.
UNA PROCESSIONE INIZIATA SECOLI FA - Sono stati i frati francescani, a metà del 1400, ad inventarsi il marchingegno. Da allora non si è più fermato. Oggi addirittura galoppa. Assopegno (Associazione Italiana degli Istituti di Credito su pegno) stima un volume di 800 milioni. Il taglio medio del prestito è di mille euro. Il 95% dei beni dati in prestito viene riscattato mentre il 5% finisce all’asta.
Il bene impegnato resta di proprietà di chi lo impegna e viene custodito dalla società di credito su pegno. Al termine del periodo concordato, il proprietario del bene può decidere se riprendersi i suoi beni (pagando la cifra concordata più gli interessi).
Dice Andreas Wedening Direttore generale di Affide: “Il Paese sta vivendo un momento molto delicato. Sappiamo che le persone possono avere bisogno, in poco tempo, di una liquidità imprevista“. E lo Stato complica le cose ritardando ad erogare i bonus promessi. Morale: sempre più italiani in coda per i prestiti. E senza burocrazia: dopo una mezz’ora in filiale, escono con i soldi in tasca.
AFFLUSSO NOTEVOLE IN ITALIA: DAL PIEMONTE ALLA SICILIA - Le code ai Pegni sono sempre più lunghe. Dice Massimo Satta dal rione Regola di Roma (che dal 1539 ospita il complesso immobiliare che eroga il servizio di prestito su pegno) : “Ormai la nostra struttura è depotenziata. Potremmo fare di più, assumere altro personale“.
Stesse parole dal Piemonte alla Sicilia. Sì rivedono scene che appartenevano all’immediato dopo guerra. E che pensavamo di non rivedere più. Il lockdown ci ha fatto regredire a tal punto.
IN ITALIA UNO SU TRE IN DIFFICOLTÀ CON LE SPESE IMPREVISTE - Dati ISTAT: il 28,8% delle persone non riesce a far fronte a spese impreviste. Le famiglie in condizioni di povertà assoluta sono ormai 1,7 milioni. Tre milioni le famiglie in condizioni di povertà relativa. Slitta il decreto ristori 5 (a fine febbraio?), Bruxelles tarda a sborsare, torna l’incubo recessione.
Calano i consumi ed il Pil. E ci sarà da fare i conti con lo stress post-traumatico dopo la guerra col Covid. Aumentano paura e rabbia. Abbiamo smarrito la normalità del nostro vivere.
E, dice il sociologo Umberto Galimberti, “l’umanità è più fragile rispetto a quella uscita dalla Seconda guerra mondiale. Abbiamo una società debole, non abituata alla fatica, alla solidarietà“. Abbiamo davanti a noi l’Everest da scalare. Possiamo farcela. Tutto il resto è mezza collina.