Dopo il sì al governo Draghi da parte dei 5 Stelle - tramite la piattaforma Rousseau e nonostante il mal di pancia di Alessandro Di Battista - l'esecutivo è sempre più vicino, e destinato a nascere sulla base di numeri più che solidi. Entro oggi, o domani al massimo, il presidente del Consiglio incaricato dovrebbe salire al Quirinale da Sergio Mattarella, sciogliere la riserva e dar vita al suo nuovo governo. La presentazione del programma alle Camere per ottenere la fiducia potrebbe avvenire lunedì. La lista dei ministri sarebbe pronta, si vocifera che i tecnici saranno sei o sette. Personalità di alto profilo che, non va dimenticato, devono anche avere il tempo di disimpegnarsi dagli attuali incarichi istituzionali o manageriali. Mattarella darà una mano sensibile. Su Interni, Esteri, Giustizia e Difesa il capo dello Stato aiuterà a comporre il mix tecnico- politico. Sul Tesoro Draghi ha più opzioni e il confronto col Colle sarà decisivo. Il tema della parità di genere, molto sentito dal Quirinale e dallo stesso Draghi, potrebbe trovare una risposta forte nei profili di Luciana Lamorgese confermata all’Interno e Marta Cartabia in arrivo alla Giustizia. Poi c’è il pacchetto politico. L’ipotesi dell’ingresso dei capipartito - Salvini e Zingaretti - non pare matura. Profili come quelli di Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova, Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) sembrano rappresentare un punto di partenza. Beppe Grillo indica Catia Bastioli per la Transizione ecologica). Intanto nel corso di un’intervista rilasciasta a ‘La Stampa’ il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si è detto “contento, ma non sorpreso, che una grande forza come la Lega abbia condiviso il nostro appello perché il Centrodestra fosse fra i protagonisti di una soluzione di alto profilo, di fronte al venir meno della maggioranza di sinistra e a una paralisi che il Paese non poteva permettersi”. A proposito, Matteo Salvini si è detto favorevole sul ministero della Transizione ecologica, ma a un patto: “Raccoglieremmo volentieri la sfida. Tutelare l'ambiente assecondando anche lo sviluppo è il tema dei prossimi 30 anni. L'importante è non farlo a colpi di no: no alla Tav, no al Tap, no alle olimpiadi”. In un’intervista al Sole 24 Ore il leader di Italia viva, Matteo Renzi, è certo che le imprese beneficeranno da subito dell’effetto Draghi. “Draghi non ha ancora giurato, ma già le aziende in borsa valgono il 10% in più rispetto a una settimana fa. E sono certo che presto gli effetti arriveranno anche alle piccole e medie realtà. Chiamatelo effetto fiducia: quando metti le persone competenti al posto giusto le cose cambiano”.