di Matteo Forciniti
Una tradizione nel segno di Guglielmo Marconi che dura da vent’anni e non conosce soste. Giovedì mattina Punta del Este ha ospitato il consueta iniziativa per rendere omaggio al celebre fisico bolognese organizzata dal Museo della radio e delle comunicazioni dell’Uruguay assieme al Circolo Italiano di Maldonado.
Lo scopo, come sempre, è stato quello di ricordare e omaggiare il soggiorno di Marconi in questa città dove tra il 1910 ed il 1911 realizzò diversi esperimenti.
All’evento hanno partecipato diverse autorità tra cui il Viceconsolato onorario di Maldonado, la Intendencia dipartimentale di Maldonado e il Municipio di Punta del Este.
“Ancora una volta abbiamo voluto ricordare il grande Marconi ed essere giunti alla ventesima edizione è un grande traguardo” ha spiegato a Gente d’Italia Antonio Tormo, fondatore e direttore del museo di origine siciliana.
Tormo ricorda che Marconi “fece dei test importantissimi” in Uruguay e nella regione dove “potette continuare a sviluppare il sistema delle comunicazioni attraverso onde elettromagnetiche” che rappresentarono per l’epoca dei notevoli progressi. Questi esperimenti furono in qualche modo una continuazione di quelli già iniziati anni prima; il 12 dicembre del 1901, infatti, venne stabilito il primo segnale radio transoceanico tra l’Inghilterra ed il Canada ad una distanza di 3mila chilometri.
Il fisico bolognese partì da Genova con il piroscafo Principessa Mafalda e sbarcò a Buenos Aires il 24 ottobre del 1910 e poi si stabilì per due mesi a Punta del Este in un edificio allora chiamato
Casita blanca dove funzionava già da due anni la stazione radiotelegrafica Compañía Marconi del Río de la Plata.
“Marconi pose le basi per la comunicazione nel mondo lasciando alle future generazioni qualcosa di rivoluzionario” ha sottolineato Tormo.
Per l’Uruguay quella visita fu estremamente simbolica: “Per la prima volta il Sud America capì che poteva essere collegato con l’Europa”. Attualmente su questo terreno -che si trova di fronte alla parada 10 della Playa Mansa- c’è un edificio residenziale. Nel 1997 fu collocato un monolito per ricordare il soggiorno del padre della radio. Un altro luogo simbolico dell’italianità in Uruguay.