Situazione sempre a dir poco incandescente all’interno del MoVimento 5 Stelle. Oltre agli oramai famosi dissidenti che si erano dichiarati da sùbito contrari a dare la fiducia al governo Draghi, ora anche altri esponenti, di prima fascia, sembrano essersi stancati della piega oramai presa dalla galassia pentastellata. A dir poco furioso, per esempio, Stefano Buffagni, ex viceministro al Mise, forse rimasto ‘scottato’ dalla mancata riconferma all’interno delle nomine di ieri. Una bomba, la sua, probabilmente indirizzata verso Luigi Di Maio e Vito Crimi: “Dopo questi mesi di gestione disastrosa del MoVimento – ha scritto tramite social - dobbiamo lavorare per risollevarlo per non distruggere un sogno che condividiamo da anni”.
E poi ancora: “La meritocrazia e competenza va applicata, non annunciata”. Chi chiede un deciso cambio di marcia è invece Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, che chiama all’adunata l’ex premier: “Il Movimento 5 Stelle è stato, senza ombra di dubbio, il progetto politico più rivoluzionario dell'ultimo decennio. È ora di imprimere lo scatto finale e completare il percorso con l'occasione che ci è giunta davanti, l'ingresso formale e al vertice del M5S di Giuseppe Conte, che più di tutti in questi ultimi due anni ha saputo incarnare questa visione”. Di Maio nel corso di un’intervista aveva detto che il M5S era maturato, diventando “moderato e liberale”. Una dichiarazione alquanto criticata da Massimo Bugani, capogruppo grillino: “15 anni di battaglie per diventare una costola di Berlusconi? Un trionfo”, ha ironizzato Bugani che ha poi così proseguito: “Gianroberto Casaleggio in piazza ci fece scandire il nome di Berlinguer, non quello di Luigi De Mita…”.
Chi oggi ha dato poi l’addio al M5S è stato il parlamentare Emanuele Dessì: “Esco dal Movimento 5 stelle con una enorme tristezza nel cuore, ma anche con tanta rabbia. Ho sperato fino a ieri che qualcosa potesse cambiare, inutilmente. Non sono mai stato d'accordo nel dare la fiducia a questo governo ma ho voluto, con l'assenza il giorno del voto, dare un ulteriore possibilità di ripensamento, soprattutto a me stesso. Lasciare compagni di viaggio a cui voglio un mondo di bene non è facile, 15 anni di storia comune non si cancellano facilmente. Forse un giorno ci ritroveremo in qualche battaglia insieme, lo spero, oggi però devo andare via. Questa non è più casa mia”. Gli animi tra i grillini sono sempre più infuocati, e in queste ore ci sono altri grillini pronti a fare le valige. Giorgio Trizzino e Roberto Cataldi sono pronti a fare le valige per trasferirsi nel gruppo di Emilio Carelli.