di Enrico Pirondini
Passata la tempesta del Covid ci sarà un risveglio della voglia di vivere. E tante idee nuove per recuperare il tempo perduto. Col ritorno alla libertà.
Ci rialzeremo? Sì, alla fine della tempesta. È sempre accaduto dopo le guerre e le epidemie. La storia insegna. Ci sarà “ un risveglio della voglia di vivere”, come dice il sociologo Francesco Alberoni. Condivido. Tornerà il desiderio di recuperare il tempo perduto, di costruire. Emergeranno nuove idee, verranno “spazzati via i miti, le credenze ideologiche che ci tenevano prigionieri”.
Il covid ci ha tolto il senso di libertà. Sono crollati i consumi, è aumentato il disordine sociale e morale. Ha reso pericolosi i contatti, gli spostamenti personali.
Lo stress post traumatico è da mettere in conto. Sarà come uscire da un conflitto. E non tornerà tutto come prima. Perché ogni grande shock culturale comporta un post trauma. È inevitabile. Prepariamoci. Il post trauma porta con sé conseguenze politico-culturali e mutamenti sociali. La solitudine davanti alla morte di così tante vittime sarà una ferita dura da rimarginare. La marginalizzazione è cominciata.
I vecchi contano meno, sono diventati più fragili. Anche ingombranti. La sfida del Covid-19 va affrontata insieme. Le fasce povere e medie si stanno ulteriormente impoverendo, la floridità delle fasce più ricche viceversa cresce. Con la crisi in corso si deve agire contro il continuo aumento della diseguaglianza.
Draghi lo ha detto già nel suo primo discorso in Senato.
A lungo lo ha ripetuto anche Zingaretti. Ora tocca al suo erede, Enrico Letta. La battaglia anti Covid si profila lunga. La risalita del Pil slitta di un anno. Ci sarà con le vaccinazioni rapide. Ma i numeri dell’epidemia sono da incubo, i contagi settimanali aumentano, il tasso di occupazione delle terapie intensive condanna molte regioni. E gli allarmismi sul vaccino AstraZeneca inquietano.
Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi dì Milano, è intervenuto per diradare la nebbia. Che si è formata per le morti sospette dopo il vaccino della azienda anglo-svedese (tre decessi, tutti in Sicilia): “Tranquilli, il siero è sicuro. Abbiamo avuto meno casi avversi di quelli avuti nelle sperimentazioni. Anzi ha una efficacia nell’uso reale superiore alle previsioni. Con le varianti che imperversano sarebbe assurdo non sfruttarlo”.
Dunque niente psicosi sui vaccini. Comunque i soli che hanno competenza e responsabilità sono le autorità sanitarie, i tecnici, gli scienziati. Sono loro – e soltanto loro – che valutano e consigliano i decisori politici quali provvedimenti conseguenti da adottare. Non altri. E certamente non gli addetti, o presunti tali, che popolano tv e social discettando sulla bontà di questo o quel vaccino. Di caos abbiamo già fatto il pieno.
Innovazione e virus dettano le professioni del dopo covid - Ecco le dieci professioni in maggiore crescita secondo il rapporto del World Economic Forum.
Se ne è parlato in gennaio al forum di Davos, tempio del capitalismo mondiale sulle Alpi Svizzere. C’erano capi di Stato e di Governo costretti quest’anno a riunirsi in forma solo virtuale. C’erano anche i leader delle grandi istituzioni e organizzazioni internazionali.
Hanno provato a tirare le fila di un annus horribilis per l’economia globale. Ha detto il fondatore del WEF Klaus Schwab: “Abbiamo bisogno di una ripresa economica che sia più resiliente, più inclusiva e più sostenibile“.
E poi ha avvertito che le ricadute economiche e sociali della pandemia rischiano di portare a “disordini sociali, frammentazioni politica e tensioni geopolitiche”. Ma occorre prepararsi. Il futuro bussa alle porte. Quando inizierà?
Gita Gopinath, capo economista del FMI, sostiene che prima deve finire questa sciagura. Tranciante il suo giudizio: “ La pandemia non finirà davvero per nessuno finché non finirà per tutti”.
E gli esperti del WEF hanno indicato le dieci professioni in crescita. Eccole: analisti e scienziati dei dati; specialisti in intelligenza artificiale; specialisti dei grandi dati; specialisti di strategia e marketing digitale; specialisti in automazione dei processi; professionisti dello sviluppo del business; specialisti in trasformazione digitale; analisti della sicurezza delle informazioni; sviluppatori di software e applicazioni; specialisti dell’Internet delle cose.
Sono tutti lavori qualificati. Ergo per i colletti blu e per i colletti bianchi sta già suonando la campana. Il messaggio è chiaro: riqualificarsi o finire ai margini del mondo del lavoro.