di Matteo Forciniti
È stata una giornata piena di speranza quella vissuta lunedì alla Casa di Riposo italiana di Montevideo con la somministrazione dei primi vaccini anti Covid. Anche se per tornare alla normalità ci vorrà ancora un po' di tempo, questo avvenimento è stato accolto con grande aspettativa come racconta a Gente d'Italia il responsabile Claudio Rasner.
"Abbiamo vissuto una giornata senz'altro molto speciale" afferma con una certa emozione. "C'è tanta speranza ma non possiamo abbassare la guardia, aspettiamo la seconda dose e ovviamente continueremo a implementare tutti i protocolli di sicurezza necessari".
La gioia vissuta alla Casa di Riposo, al contrario, coincide con il peggior periodo della pandemia che sta vivendo l'Uruguay dopo un anno di emergenza sanitaria. "Tra i nostri residenti più lucidi l'arrivo del vaccino era molto atteso, se ne parlava da tempo. Il grande desiderio però resta quello di poter tornare al più presto alla normalità perché vedere i propri familiari a distanza e con l'uso della mascherina non è la stessa cosa. Oggi purtroppo stiamo vivendo una situazione molto delicata e per questo siamo nervosi, dobbiamo fare molta attenzione. Come tutta la popolazione aspettiamo di conoscere le nuove misure augurandoci che la curva dei contagi possa diminuire".
Tra cittadini italiani e discendenti, l'età media degli ospiti della Casa di Riposo è tra gli 80 e gli 90 anni e fino al momento si sono registrati 4 decessi ma su questo punto Rasner fa una precisazione: "Una cosa è morire per il Covid, altra cosa è morire con il Covid. Nel nostro caso avevamo quattro persone in condizioni molto critiche e con diverse patologie, probabilmente il coronavirus ha accelerato di qualche settimane una morte che sarebbe stata inevitabile. Durante questo anno ci sono stati anche casi positivi all'interno del personale ma fortunatamente non ci sono state grosse conseguenze".
La prima dose del vaccino ricevuta (eccetto per coloro che hanno avuto il virus) è stata quella di Pfizer che attualmente viene distribuito in Uruguay alle persone considerate più a rischio, personale della salute e appunto anziani. "In questi mesi abbiamo avuto un rapporto molto fluido con il Ministero della Salute per prepararci, tutto è stato fatto molto rapidamente" assicura Rasner per il quale il processo di vaccinazione non ha avuto alcun inconveniente: "Solo una funzionaria non voleva vaccinarsi e per questo abbiamo avuto una conversazione amichevole spiegando che si tratta di una scelta di responsabilità verso gli altri, tanto per i residenti come per i colleghi. Lei ha capito e alla fine ha accettato".
Rispetto alle notizie che arrivano da altre parti del mondo -in Italia l'ultimo caso è quello di Belluno- dove gli operatori che rifiutano il vaccino vengono sospesi o licenziati, l'approccio di Rasner è completamente diverso nel nome del rispetto della libertà individuale: "Chiaramente noi siamo favorevoli al vaccino, lo abbiamo fatto e siamo riusciti a convincere una persona che invece era inizialmente scettica. Detto questo non possiamo fare rappresaglie, sarebbero misure illegali. So che in Uruguay ci sono state altre strutture con problemi di questo tipo e quindi hanno adottato misure di precauzione più stringenti".