È un rapporto duro, durissimo quello stilato dall’Onu, sulla “fame acuta”, destinata ad aumentare in ben 20 Paesi del mondo, con l'America latina costretta a subìre più di tutti, in quanto regione più gravemente colpita dalla crisi economica e dunque anche la più lenta a riprendersi. La fame è dunque destinata ad aumentare mesi in assenza di un'assistenza urgente e potenziata.
L'allarme è stato lanciato nel nuovo report dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (Fao) e del Programma alimentare mondiale (Pam) pubblicato ieri. Ora, secondo il rapporto Hunger Hotspots, sebbene la maggioranza dei Paesi colpiti si trovi in Africa, la fame acuta crescerà rapidamente in molte regioni del mondo, dall'Afghanistan in Asia, alla Siria e al Libano nel Medio Oriente, arrivando a toccare anche Haiti in America latina e Caraibi.
Rapporto Onu alla mano, sono già oltre 34 milioni le persone che, in tutto il mondo, devono fare fronte a livelli emergenziali di fame acuta (Ipc livello 4), vale a dire che sono praticamente a un passo dall'inedia. "La magnitudo delle sofferenze è allarmante. È dovere di tutti noi agire ora e con rapidità per salvare vite, salvaguardare i mezzi di sostentamento ed evitare che i peggiori hotspot si trasformino in catastrofi", ha commentato Qu Dongyu, direttore generale della Fao.
"In molte regioni la stagione della semina è appena iniziata o sta per iniziare. Dobbiamo fare un corsa contro il tempo e non lasciarci sfuggire questa opportunità per proteggere, stabilizzare e anche, se possibile, aumentare la produzione locale di cibo", ha ammonito ancora Qu.