Da Roma alle Alpi fino alle Piramidi e oltre, l'Italia si ritroverà oggi a tavola a festeggiare la pasta fra le più imitate al mondo (un mese fa la versione americana con il pomodoro rilanciata dal New York Times fece infuriare stuoli di puristi indignati). A Roma sul tema “Sua maestà carbonara” vengono organizzati derby culinari tra le osterie dei diversi rioni con trasferte fino ai Castelli; a Milano impazzano le interpretazioni creative dalla vegetariana al gelato fino alla Carbonara sbagliata, iconica quanto il Negroni, con le consegne a domicilio arriva la versione “su stecco”, utile per le pause dallo smart working o nelle passeggiate sotto casa per consolarsi dal confinamento imposto dalla pandemia.
Ma il successo di questo piatto-simbolo della cucina romanesca è internazionale al punto che oggi, 6 aprile torna il Carbonara Day, la “spaghettata social” più grande del mondo dedicata alla ricetta di pasta più amata e condivisa. Ad oggi oltre 1.4 milioni sono i contenuti su Instagram dell’hashtag #Carbonara. Ideato dai pastai di Unione Italiana Food e supportato Ipo – International Pasta Organisation, mentre il #CarbonaraDay ha raggiunto in 5 anni una platea potenziale di oltre 1 miliardo di persone.
Per i puristi esiste solo una maniera per farla e cinque ingredienti canonici: pasta, guanciale, pecorino, uovo, pepe. Gli innovatori invece credono che, essendo la pasta un piatto versatile, non debbano esserci limiti alle reinterpretazioni di questa ricetta spesso arricchiti dal tartufo nero.
”Nella Carbonara – ricorda lo chef Luciano Monosilio – l’uovo dà cremosità, il guanciale croccantezza, grasso e “concia”, il formaggio la sapidità, il pepe la nota speziata. Ma sono i particolari a fare la differenza. Ad esempio il guanciale tagliato a strisce sottili è più croccante e sapido rispetto a quello a dadini, che invece è più morbido e importante nella masticazione”. Secondo Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai di Unione Italiana Food, “la Carbonara è una sola, come Venezia. Poi ognuno ha i suoi segreti”.