di Lucio Cointry*
Il Consolato Generale d'Italia a Rosario, provincia di Santa Fe, è uno dei più importanti dell'Argentina e della regione, data l'ampiezza del territorio che copre e il gran numero di italo-argentini che comprende. Ma la sua importanza risiede anche nella vasta popolazione di discendenti italiani che potrebbero potenzialmente accedere alla cittadinanza italiana facendo uso del loro diritto.
Il distretto consolare di Rosario comprende le province di Santa Fe, Entre Ríos, Corrientes, Misiones, Formosa, Chaco e il nord della provincia di Buenos Aires (distretti di Pergamino, Arrecifes, Carmen de Areco, Capitán Sarmiento, Colón, Ramallo, Rojas , Salto e San Nicolás). La costa argentina e la regione mesopotamica sono state la destinazione finale di migliaia di immigrati italiani arrivati in Argentina nelle diverse correnti migratorie avvenute a partire dagli anni '70 dell'Ottocento, ricevendo così gli usi e la cultura portati dai nuovi coloni, segnando una chiara incidenza e influenza sull'identità delle località della giurisdizione.
Le diverse crisi economiche e sociali attraversate dall'Argentina, soprattutto dal 2000 in poi, hanno portato ad un maggiore interesse ad acquisire la cittadinanza italiana in tempi diversi.
Nel tempo si sono registrate alcune strozzature, a seguito di queste crisi, tra gli altri fattori inerenti alla stessa amministrazione consolare, generando così un problema di trascinamento su più gestioni.
Ciò ha comportato ritardi significativi nell'accoglienza e risoluzione delle procedure di cittadinanza presso il Consolato Generale d'Italia a Rosario, che, sommate alle scarse informazioni fornite dall'ente, hanno portato ad ottobre 2019 alcune persone che avevano contattato in un gruppo Facebook di cittadinanza rosaria, hanno avuto l'iniziativa di aderire, ancora senza conoscersi, e creare un gruppo WhatsApp. Queste persone avevano come denominatore comune l'aver presentato in Consolato la loro cartella con la documentazione richiesta affinché la loro cittadinanza italiana fosse riconosciuta con i mezzi amministrativi "Iure Sanguinis" (diritto al sangue) e hanno formato il gruppo per cercare di ottenere risposte e cercare una soluzione comune in relazione alle vostre procedure.
Il diritto alla cittadinanza "Iure Sanguinis" è regolato dalla Legge 91/1992, che concede allo Stato italiano un periodo massimo di 730 giorni per la risoluzione della procedura amministrativa di cittadinanza. In molti casi le procedure segnalano una notevole eccedenza rispetto a questo periodo, accumulando un numero di giorni notevolmente superiore (in alcuni casi raddoppiando il numero massimo di giorni).
Il gruppo ha avuto nel tempo una forte crescita del numero di iscritti, e nel 2020 si è denominato Movimento degli Italiani in Attesa del Riconoscimento di Rosario (M.I.E.R.O.). Da quel momento, e grazie ad un'importante presenza sui social network e ad una forte visibilità sui media (audiovisivi, radiofonici e grafici), ha continuato a crescere ad un ritmo esponenziale, fino a raggiungere il limite massimo di partecipanti ammessi in un gruppo WhatsApp e, poiché non potevano continuare ad aggiungere persone a quell'applicazione, hanno dovuto migrare a un altro che potesse contenere tutti i membri attuali e quelli che continuano a unirsi quotidianamente.
Grazie all'approccio che il movimento ha avuto con il Sig. Salvador Finocchiaro, Presidente della USEF (Unione Siciliana Emigranti e Famiglie) Argentina, si sono tenuti diversi incontri con il Sig. Martin Brook, Console Generale di Rosario, nonché con l'Onorevole Fabio Porta (deputato italiano al Partito Democratico per due mandati) e con Salvatore Augello, Segretario Generale dell'USEF a Palermo, Italia.
Nei diversi incontri tenuti, alcuni in formato virtuale attraverso videoconferenze e altri di persona, il dialogo costruttivo tra il M.I.E.R.O. è sempre stato prioritario e la massima autorità del Consolato, tendendo a trovare una soluzione che consenta di affrontare il problema del ritardo di oltre 730 giorni ea sua volta di adoperarsi per un miglioramento dei canali di informazione relativi a ciascuna procedura di cittadinanza avviata in ambito consolare. In questo senso, il console Martin Brook ha sempre mostrato un atteggiamento aperto nel ricevere rappresentanti del movimento per discutere di questo problema, nonché una grande predisposizione nella ricerca di soluzioni per migliorare la situazione.
Da allora, con alcune fluttuazioni e tenendo conto della situazione e del forte impatto che la pandemia ha avuto che colpisce il mondo intero, si è notato un maggior flusso di analisi e risoluzioni delle pratiche di cittadinanza (considerando i casi riferiti a membri del MIERO).
Proprio per lo spirito di integrazione di chi attende il riconoscimento della cittadinanza italiana, premessa fondamentale e ragion d'essere del movimento, il M.I.E.R.O. Comprende anche discendenti di italiani emigrati dall'ex impero austro-ungarico che hanno presentato documentazione nell'ambito della Legge 379/2000 e che sono ancora in attesa di risposta dal Ministero dell'Interno di Roma, formando così un gruppo specifico all'interno del movimento che porta alle persone colpite da questo problema.
La legge 379/2000, in vigore tra il dicembre 2000 e il dicembre 2010, ha concesso il diritto di optare per la cittadinanza italiana a quei discendenti di persone emigrate dalle regioni dell'Italia appartenute all'ex Impero Austro-Ungarico tra il 1867 e il 1920, momento in cui è stato firmato il trattato di Saint Germain. Le regioni interessate da questa legge sono state principalmente le regioni Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.
Sono passati più di 10 anni dalla scadenza della Legge 379/2000, tuttavia ad oggi sono ancora molte le procedure non concluse, che continuano ad attendere la risoluzione del Ministero dell'Interno di Roma.
Con l'obiettivo di continuare ad approfondire la ricerca di soluzioni, venerdì scorso 5 marzo 2021, alcuni membri del M.I.E.R.O. hanno tenuto un incontro via Zoom con il Console Martin Brook, il Presidente di USEF Argentina, Salvador Finocchiaro, l'Onorevole Fabio Porta e il Sig. Salvatore Augello, Segretario Generale della USEF, un'associazione che ha circa 100 sedi in tutto il mondo.
Il movimento solleva due problemi. La principale, e che raccoglie il maggior numero di casi, ha a che fare con le procedure di cittadinanza italiana per la causa "Iure Sanguinis", focalizzando il reclamo sul rispetto del periodo massimo di 730 giorni a disposizione dello Stato italiano per risolvere tali cittadinanze pratiche. In relazione a questo argomento, l'incontro moderato dall'Onorevole Fabio Porta, è servito a conoscere direttamente dalla bocca del Console, alcune realtà a cui il Consolato deve partecipare, per avere una nozione generale di alcuni compiti operativi che devono essere svolti nel esercizio delle loro funzioni, ma fondamentalmente è stato utile per continuare a rafforzare i legami tra MIERO e la Circoscrizione del Consolato Generale d'Italia Rosario, basata sul dialogo costruttivo e sull'atteggiamento di collaborazione tra le parti, che comprendono che sebbene il problema sia reale ed esista, c'è una genuina volontà e intenzione di lavorare insieme, per trovare una soluzione.
La seconda questione, trattata nel medesimo incontro, volta a ricercare soluzioni alternative alla mancata risposta da parte del Ministero dell'Interno di Roma in merito alle procedure per l'opzione della cittadinanza italiana nell'ambito della Legge 379/2000, con riferimento ai discendenti degli italiani emigrò dall'ex impero austro-ungarico. Prende la parola l'Onorevole Fabio Porta che fa cenno ad un atto in corso di svolgimento da parte del Consolato Generale d'Italia a Curitiba (Brasile), con il quale il Console di detta giurisdizione, ha presentato al Ministero dell'Interno di Roma una richiesta di una relazione per rispondere alle procedure presentate nella sua circoscrizione ai sensi della presente legge e alle quali non è stata data finora risposta. La proposta è di convocare il resto dei consolati latinoamericani, dove sono in sospeso le procedure della legge 379, ad aderire a questa iniziativa.
Subito dopo, il console Martin Brook ha reagito molto bene predisposto a quell'invito, esprimendosi a favore e impegnandosi a sostenere la proposta del Consolato di Rosario. Anche Salvatore Augello, segretario dell'USEF, ha aggiunto il suo sostegno e impegno, che ha anche proposto di presentare una richiesta di relazione al Parlamento italiano per chiedere una risposta alle pratiche di cittadinanza presentate prima di dicembre 2010 nei diversi Consolati del mondo.
E si è accennato anche al carattere discriminatorio della Legge 379, motivo per cui non è escluso che una volta risolto il problema, dall'arco del Partito Democratico, venga presentato in Parlamento un nuovo disegno di legge che consente ai discendenti delle Regioni d'Italia che facevano parte dell'ex Impero Austro-Ungarico e non hanno aderito alla Legge 379/2000 ha la possibilità di presentare la propria procedura di cittadinanza.
In una successiva riunione tenutasi a fine marzo 2021 tra i membri del M.I.E.R.O. l'onorevole Fabio Porta, Salvatore Augello e Salvador Finocchiaro hanno approfondito queste alternative di azione, oltre a cercare di coinvolgere anche le associazioni italiane del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia. Richiesta.
Infine, durante il mese di marzo 2021, il Sig. Felipe Sastre, in rappresentanza di MIERO, ha tenuto un breve incontro faccia a faccia con il Sig. Martin Brook, presso la sede del Consolato Generale di Rosario, dove è stata consegnata a mano una lettera da modo di ringraziare per la sollecitudine e l'impegno assunto dal Console, e di rafforzare l'atteggiamento assunto dal MIERO di mettersi a disposizione e proseguire sulla via del dialogo come meccanismo indispensabile nella ricerca di una soluzione vantaggiosa per tutti.
*Lucio Cointry, membro della USEF e del M.I.E.R.O. Coordinatore del gruppo dell'ex impero austro-ungarico