Nell'ambito della 11ª edizione del FITAZ, il Festival Internacional de Teatro de La Paz, dall'Italia il "Teatro Strappato" ha presentato un corso di Commedia dell'arte attraverso il quale studenti, giovani e adulti, hanno potuto conoscere quella che è definita la "ricetta" per fare commedia. La metodologia è stata basata su nove personaggi la cui origine risale al secolo XVI. Le attività teatrali e di insegnamento si sono svolte nell'Espacio Simon I. Patiño, nell'ambito della rassegna boliviana, e hanno avuto come docenti gli attori Cecilia Scrittore, italiana e Vene Veitez, venezuelano che hanno spiegato alla platea cosa sia la "Commedia dell'arte". Una storia affascinante quella della Commedia dell'arte e Scrittore ha iniziato a parlarne attraverso le maschere più conosciute che vanno da Arlecchino a Pantalone, da Pulcinella a Brighella e a Zanni.
"Questa arte - ha sottolineato Scrittore - ha regole di ritmo, temi e personaggi. Per lo sviluppo si lavora con nove archetipi, ognuno con differenti caratteristiche". E nelle lezioni impartite ai giovani boliviani prima della introduzione della Commedia dell'arte, gli stessi studenti hanno interpretato alcuni dei personaggi. La "Commedia dell'arte" è nata in Italia nel XVI secolo e la propria popolarità l'ha mantenuta fino alla metà del secolo XVIII: non si trattava di un genere di rappresentazione teatrale, ma di un diverso modo di produzione degli spettacoli. Non ci si basava su testi scritti, ma su dei canovacci, originariamente le rappresentazioni avvenivano all'aperto e le compagnie erano composto da dieci attori, otto dei quali uomini. All'estero era conosciuta come la "Commedia italiana" e i comici, nella loro formula di spettacolo, introdussero un elemento di portata rivoluzionaria: le donne. La prima presenza femminile documetata risale al 10 ottobre 1564, la signora Lucrezia Di Siena.