La decisione degli Stati Uniti di uscire dall’accordo con l’Iran mette a rischio il boom dell’export agroalimentare Made in Italy nella Repubblica islamica che nel primo bimestre del 2018 è cresciuto del 27% dopo aver fatto registrare nel 2017 il massimo storico con un valore di oltre 30 milioni di euro.
Ad affermarlo è un’analisi di Coldiretti su dati Istat relativo al commercio estero, nel commentare la decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ritirarsi dal patto sul nucleare che rischia di provocare una crisi diplomatica con l’Unione Europea secondo il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.
La fine delle sanzioni decisa con la firma dell’accordo nel 2015, dal predecessore Barack Obama, ha avuto un effetto positivo per l’export italiano che - ricorda la Coldiretti - nel giro di un paio d’anni ha fatto registrare una crescita record del 43% spinto dal crescente appeal che gli stili occidentali suscitano nei consumatori iraniani soprattutto tra la classe media ed i giovani e dal miglioramento della congiuntura economica iraniana che ha inciso direttamente sui consumi alimentari.
Tra i prodotti più gettonati in Iran - spiega la Coldiretti – l’olio di oliva rappresenta la principale voce dell’agroalimentare made in Italy, con un peso sul totale dell’export di settore del 10%. Altri prodotti italiani acquistati – conclude la Coldiretti – sono i mangimi per animali, pasta e farinacei e formaggi.