Matteo Salvini chiama, Forza Italia e Fratelli d’Italia glissano. Non c’è assolutamente una visione d’intenti tra la proposta del leader della Lega e gli obiettivi degli azzurri e di Giorgia Meloni in merito alla strada che il Centrodestra dovrà intraprendere in Europa. Tutto è partito da un’intervista del numero uno del Carroccio al portale affaritaliani.it, in cui ha spiegato che il suo obiettivo è quello di “creare davvero un'Europa fondata sul lavoro, sui diritti, sulla famiglia e sulla partecipazione, creando un gruppo, forte è unito, che metta insieme le forze migliori dei tre attuali gruppi di Centrodestra, alternativi alla sinistra (anche estrema) che fino a oggi ha dettato legge al Parlamento europeo”. Per Salvini “è il momento di mettere insieme il meglio dei tre gruppi alternativi alla sinistra", ovvero Id, Ecr e Ppe con i 12 deputati Orban, per essere determinanti a Strasburgo. Id non si tocca, ma se due o tre gruppi si mettono insieme nei prossimi 3 anni di legislatura possiamo essere determinanti, ho proposto un altro incontro a giugno invitando anche le delegazioni austriache e francesi, spero non ci saranno gelosie invidie o voglie di chiusure”. Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, ha spiegato che il Centrodestra in Italia è unito, ma il modello non è replicabile in Europa, perché i valori del Ppe non possono sposarsi con quelli di alcuni gruppi di Identità e democrazia come l'Afd e il Front National di Marine Le Pen. Anche il capodelegazione di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza non va di pari passo con l’idea di Salvini: “È un processo articolato che non si fa con le formule matematiche ma con tanto dialogo e tanta politica. Il gruppo ECR è esattamente il baricentro di questo processo e anche la garanzia di solidi legami internazionali con i conservatori americani e britannici”.